Gli ultimi dati scientifici e di laboratorio riferiti al vaccino anti-Covid AstraZeneca indicherebbero un tasso di efficacia vicino all'80%, in rialzo rispetto a quanto fatto trapelare in precedenza.
Ad affermarlo, in un'intervista a 'Buongiorno' su Sky TG24, è il professor Giorgio Palù, presidente dell'Associazione italiana del farmaco (Aifa):
"Adesso abbiamo nuovi dati per quanto riguarda AstraZeneca, che ci indicano, anche se non sono ancora stati pubblicati, che il vaccino è efficace intorno anche all'80% e soprattutto che distanziando la seconda dose si può arrivare a una copertura efficace fino a 12 settimane", ha dichiarato l'esperto.

In merito alla nota, che sarà pubblicata al massimo entro la giornata di domani, relativa all'autorizzazione per la somministrazione ai soggetti fino a 65 anni di età del vaccino AstraZeneca, Palù ha voluto precisare che l'Aifa "si è sempre tenuta ai dati scientifici e alle indicazioni che provenivano dall'Ema, quindi dalla valutazione dell'efficacia e della sicurezza del vaccino" e "ha sempre detto e sostenuto che il vaccino era per tutte le età, quindi ha solo consigliato in base ai dati clinici che erano pervenuti, inizialmente quella fascia di età".
Varianti fenomeno naturale
Il presidente dell'Aifa ha quindi parlato della diffusione di nuove varianti del coronavirus, affermando che tale processo di "mutazione nel virus è un fenomeno darwiniano naturale":
"Non significa che una variante sia più pericolosa, se non se ne dimostra l’aumento di contagiosità o virulenza. Queste varianti rendono il virus più contagioso, ma non è detto assolutamente che lo rendano più letale o più virulento", ha precisato il professore.
A tal proposito, Palù ha voluto chiarire che la presenza di mutazioni in quanto tale non implica necessariamente una maggiore resistenza delle stesse ai vaccini:
"Sappiamo che la variante inglese, che circola in maniera significativamente elevata anche sul nostro territorio, è bloccata dagli anticorpi che vengono indotti da tutti i vaccini ad oggi in uso. Se c’è qualche dubbio che per la variante sudafricana o brasiliana ci vogliano titoli anticorpali più alti per proteggere dall’infezione o dalla malattia, sappiamo però che abbiamo la possibilità di monitorarle, e abbiamo la capacità di modulare in tempi rapidissimi i vaccini per adattarli ad essere efficaci anche contro queste varianti”.
500.000 vaccinazioni al giorno entro marzo
Per il dottor Palù il mese di marzo coinciderà con il primo vero sprint della campagna vaccinale, quando si potrebbe arrivare a ben 500.000 vaccini al giorno:
Avremo molta disponibilità di vaccini da marzo in poi". "Potremmo arrivare a 500mila vaccinazioni al giorno, il problema è che questi vaccini arrivino, ma sicuramente AstraZeneca dovrebbe arrivare e da marzo avremo forse più Pfizer e Moderna”, ha concluso il presidente dell'Aifa.
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