“Questa settimana Astrazeneca consegnerà tutto alle agenzie regolatorie per l’approvazione". Lo ha annunciato Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato di Irbm Pomezia, ospite del programma “L’imprenditore e gli alti” su Cusano Italia Tv.
Rispetto all'errore di dosaggio e la maggiore efficacia ottenuta dal candidato vaccino, Di Lorenzo ha chiarito che "facendo l’esperimento di iniettare una dose iniziale più una di richiamo dopo un mese del candidato vaccino, si è visto che mettendo mezza dose la cosa funzionava molto meglio".
"Non è un errore, è un caso fortuito che nella ricerca è quasi una prassi", ha sottolineato. "Mezza dose va a stimolare la reazione immunitaria più lentamente - spiega - e poi con la dose di richiamo si ottiene l’effetto sperato in misura maggiore”.
"Potrebbe accadere che la FDA, siccome questa sperimentazione non è stata fatta anche negli Usa, venga a chiedere che questa sperimentazione venga ripetuta anche negli Usa, penso che questo non fermerebbe l’iter anche in Europa”, ha precisato.
Sulle perplessità di alcuni scienziati riguardo la pubblicazione dei dati, l'ad di Irbm Pomezia ha risposto che i dati degli studi di fase 1 e 2 sono già stati pubblicati su Lancet mentre quelli di fase 3 verranno resi pubblici dopo la presentazione alle agenzie internazionali dei farmaci.
Di Lorenzo ha detto anche che non è in corso alcuna competizione sui vaccini tra le biotech. "Al netto della bandierina sulla Luna" le aziende farmaceutiche hanno davanti a sé "un mercato sterminato, ci sono 7 miliardi e mezzo di utenti annualmente con una o due dosi". Incertezza, ancora, sulla durata nel tempo dell'efficacia del vaccino, che si saprà "quando arriverà a superare almeno un anno il primo vaccinato”.
Il 23 novembre Astrazeneca ha comunicato i risultati preliminari della terza fase degli studi clinici del vaccino, sviluppato in collaborazione con l'Università di Oxford e l'azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia.
Il vaccino ChAdOx1 nCoV-19 è sviluppato sulla base di vettori virali derivati da adenovirus. Secondo le stime dei ricercatori, l'indicatore di efficacia del vaccino è pari al 70%, con l'efficacia minima al 64% e quella massima al 90%. In precedenza, le compagnie farmaceutiche Pfizer e Moderna avevano affermato che i loro vaccini erano efficaci rispettivamente al 95% e al 94,5%.
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