L'interlocutrice di Sputnik osserva che ha avuto l'opportunità di verificare personalmente la professionalità dei biologi molecolari russi sia a Mosca che negli Stati Uniti. Secondo lei, è molto importante che un adenovirus "morto" venga utilizzato come vettore nel vaccino russo.
Secondo la Gligic, se un adenovirus vivo fosse scelto come portatore, potrebbe portare a complicazioni dopo la vaccinazione, quindi ha tirato un sospiro di sollievo quando sono apparse le informazioni che il vaccino si basi sulle proteine dell'adenovirus "morto".
"So che l'adenovirus finora non ha causato complicazioni, non c'è niente di cui preoccuparsi. È un virus diffuso ma debole. Dubito che ci siano persone al mondo che non abbiano mai avuto contagi con esso. Il vettore contiene quei frammenti del virus che garantiranno la formazione dell'immunità. L'adenovirus come vettore aiuta a portare nell'organismo il componente stesso del coronavirus che stimolerà la produzione di anticorpi", spiega la Gligic.
La virologa serba spiega che a differenza dei vaccini classici, il vaccino anti-Covid russo utilizza un virus portatore, il che significa che è un vaccino geneticamente modificato.
Ci vogliono almeno due o tre anni per testare i vaccini vivi, ha detto, mentre i vaccini come il nuovo coronavirus russo vengono sviluppati rapidamente.
"È facile da produrre; occorre solo inserire le componenti del virus, assicurarsi che funzioni, quindi iniettarlo negli animali. Se sviluppano l'immunità, si può provare a somministrare il vaccino alle persone. Per i biologi molecolari questa è una procedura di routine", afferma la Gligic.
Secondo la virologa, l'affermazione che 200 milioni di dosi saranno prodotte entro la fine dell'anno è abbastanza realistica.
La Gligic osserva che la Russia è nelle condizioni di produrre la quantità sopraindicata.
"Ho lavorato in Russia nel 1976, ho partecipato a numerosi congressi. Gli specialisti russi sono fantastici", ha concluso Ana Gligic.
Venerdì il presidente statunitense Donald Trump ha auspicato che il vaccino russo contro il coronavirus funzioni, osservando che i vaccini americani in fase di elaborazione dovranno essere sottoposti a test molto più stringenti per ricevere il via libera alla produzione di massa.
Vaccino russo
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l'11 agosto che l'Istituto di Ricerca "Gamaleya" aveva registrato il primo vaccino contro il COVID-19 e che la sua produzione sarebbe iniziata a breve. Secondo il ministero della Salute, almeno cinque Paesi produrranno il vaccino, denominato Sputnik V, con una produzione prevista di 500 milioni di dosi nel primo anno.
Diversi Paesi, tra cui Brasile, Serbia, Uzbekistan, Filippine e Israele, hanno già espresso interesse di vario grado per il farmaco rivoluzionario, nonostante la massiccia campagna dei media del mainstream occidentale, che cercano di mettere in cattiva luce il preparato russo, discreditandone la sicurezza e l'efficacia.
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