Bloccare una nave con i migranti a bordo è un crimine. Lo ha deciso la corte penale internazionale, che in un emendamento al proprio statuto ha introdotto una nuova fattispecie di reato, quella di aggressione.
Insomma, la soluzione avanzata a più riprese da Giorgia Meloni per mettere un freno agli sbarchi, quella del blocco navale, è considerata ormai un crimine internazionale.

La questione è stata affrontata ieri in commissione Esteri alla Camera, dove l’emendamento è stato approvato con i voti favorevoli di Pd, Leu e M5S.
Maggioranza spaccata sul blocco navale
Assenti, come riferisce Repubblica, i deputati di Forza Italia, mentre quelli della Lega hanno optato per l’astensione. Un atto di “non belligeranza”, nota lo stesso quotidiano, che arriva mentre il leader Matteo Salvini chiede al premier Mario Draghi un cambio di passo sulla politica dei porti aperti ai migranti.
Unici a votare contro, i deputati di Fratelli d’Italia. Il capogruppo del partito in commissione Esteri, Andrea Del Mastro, è netto: “I criminali internazionali sono gli scafisti non chi vuole disarticolare la tratta degli schiavi e difende i confini anche con il blocco navale".
“Chi difende in ogni modo i confini – ha ribadito, intervistato da Repubblica – è un patriota”. E i deputati del partito di Giorgia Meloni ora promettono “battaglia” una volta che il provvedimento arriverà in aula alla Camera.
L’obiettivo, spiega Del Mastro, è “affermare il diritto dello Stato italiano a difendere confini e frontiere”.
L'appello di Landini per la cittadinanza agli immigrati
Intanto la sinistra è in pressing sul governo anche sul fronte della cittadinanza agli stranieri. A rilanciare il dibattito sullo Ius Soli, in un’intervista a FanPage, è il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, che durante le consultazioni aveva indicato la questione come prioritaria al premier Draghi.
“Non capisco perché ragazzi che sono nati qui, che hanno studiato qui, e vuol dire che hanno genitori che lavorano qui, che pagano le tasse qui, che pagano i contributi qui, non dovrebbero avere gli stessi diritti e le stesse tutele di tutti gli altri”, si domanda il sindacalista.
“Questa è la condizione per costruire un'integrazione per smetterla di avere paura, o di creare e alimentare paura verso un bersaglio sbagliato. Anche perché – prosegue Landini - la migrazione sarà sempre più frequente e noi rimarremo comunque un Paese al centro del Mediterraneo e dell'Europa”.
“Le politiche basate sulla paura che sono state fatte in questi anni – conclude - non solo non risolvono il problema, ma fanno arretrare anche il nostro Paese”.
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