Anche adesso che Giuseppe Conte è tornato un “normale cittadino”, Matteo Renzi lo attacca e dice che non può essere il punto di riferimento dei riformisti.
Secondo Matteo Renzi M5S, Pd e Leu hanno scelto la loro guida senza il passaggio delle primarie.
Già, Matteo Renzi forse vorrebbe sfidare Giuseppe Conte in un singolar tenzone durante le primarie di centro sinistra e quindi pungola i partiti, lui che nel 2012 alle primarie del Partito Democratico che lo vedeva contrapposto a Pier Luigi Bersani, perse sia al primo che al secondo turno.
“E poco importa se quel leader sia stato il leader che ha firmato i decreti Salvini sull'immigrazione, che ha affermato il Sovranismo davanti all'Assemblea Generale dell'Onu, che si è posto in scia di Trump alla Casa Bianca, che si è detto populista davanti ai giovani della scuola di formazione della Lega, che ha equiparato il garantismo al giustizialismo”, dice Renzi in una intervista pubblicata dal quotidiano La Stampa.
Secondo Renzi, se il Partito Democratico continuerà ad avere i grillini come alleati diventeranno la sesta stella e lui e Italia Viva avranno davanti a sé una autostrada che li porterà a “costruire una casa dei riformisti”.
Dice che il tempo gli darà ragione, per ora accumula sconfitte: nel governo Draghi ha un solo ministro (Ministro per le pari opportunità e la famiglia: Elena Bonetti), sotto Conte due più un sottosegretario.

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