“La pandemia ha colpito soprattutto i cittadini del Sud e li ha resi ancora più fragili”, denuncia in una lettera inviata al presidente del consiglio incaricato Mario Draghi, Biagio Maimone, rappresentante dei “sudisti italiani”, movimento che si batte per lo sviluppo del Meridione d’Italia.
L’appello all’ex presidente della Bce, impegnato in queste ore nella formazione di un nuovo governo, è quello di lavorare per la “emancipazione socio-economica, nonché culturale, in tutte le sue accezioni, del Meridione, che resta”, si legge nella missiva, “povero, senza lavoro per la stragrande maggioranza dei suoi cittadini” e “preda delle mafie, le quali traggono benefici e, pertanto, profitti, dalla sua emarginazione, che si connota non solo in termini sociali ed economici, ma anche e soprattutto, come emarginazione politica”.

La voce del Sud, denuncia Maimone nella lettera, inoltrata anche alla redazione di Sputnik Italia, “non è mai stata ascoltata dal mondo politico, come il corso della storia, con desolazione, attesta indiscutibilmente”.
Per questo, osserva, “la storia del popolo meridionale è rimasta una storia isolata dal contesto della nazione italiana”.
Anche i “sudisti” tifano per Mario Draghi. “L’Italia – scrivono – ha bisogno di lei”. Ma, è l’appello al presidente incaricato, non deve dimenticarsi di quegli italiani che “con un evidente spirito di sacrificio, contribuiscono a far vivere l'economia e, pur non avendo un lavoro tutelato dalle leggi dello Stato Italiano, pur non avendo beni materiali, addirittura neanche una casa, sono, tuttavia, animati dalla fervida volontà di voler essere cittadini onesti e produttivi anche di benessere per tutti, seppur senza forme di tutele”.
“Essi costituiscono – continua la lettera aperta - la maggioranza silenziosa”.
Per questo, si legge ancora nella missiva, “le chiediamo che il Recovery Plan includa il sud Italia a cui devono essere destinati progetti notevoli per il suo sviluppo affinché si compia, definitivamente, la tanta agognata ed imprescindibile ‘unificazione italiana’".
Una "condizione imprescindibile - concludono - perché vi sia reale sviluppo e benessere per l'intera nazione”.
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