Le sanzioni statunitensi contro la Turchia hanno "scalfito tutti i valori dell'alleanza" con Washington, ha affermato il ministro della Difesa turco Hulusi Akar.
"È chiaro che le sanzioni nei confronti di un Paese membro della Nato non solo danneggeranno lo spirito dell'alleanza, ma comprometteranno la fiducia tra gli alleati", ha detto Akar oggi.
Definendo la decisione relativa alle sanzioni incompatibile con le realtà militari e politiche, il capo del dicastero militare di Ankara ha avvertito che la Turchia ha preso e continuerà a prendere "tutte le misure necessarie" per garantire la sua difesa contro le minacce aeree e missilistiche.
Le dichiarazioni di Akar seguono l'annuncio di lunedì da parte del Dipartimento del Tesoro americano, secondo cui avrebbe introdotto sanzioni contro la presidenza turca delle industrie della difesa (SSB) e diversi funzionari, tra cui il presidente della suddetta organizzazione Ismail Demir.
Nel contesto delle altamente probabili sanzioni di Usa e Ue, ieri il capo di Stato turco Recep Tayyip Erdogan aveva affermato che il Paese non si sarebbe piegato e che la vicenda delle sanzioni occidentali contro la Turchia "rattrista".
Anche il ministro degli Esteri iraniano oggi ha espresso solidarietà alla Turchia per le sanzioni statunitensi, definite come "disprezzo del diritto internazionale".
Turchia resta "valido alleato" per Washington
Il segretario di Stato Mike Pompeo ha chiarito che le sanzioni sono state introdotte con il Countering America's Adversaries Through Sanctions Act (CAATSA), una legge del 2017 che prevede sanzioni contro qualsiasi Paese che acquisti armi da Mosca.
Secondo Pompeo, le sanzioni "includono il divieto di tutte le licenze e autorizzazioni di esportazione degli Stati Uniti a beneficio della presidenza turca delle industrie della difesa e il congelamento dei beni e restrizioni sui visti per Demir ed altri funzionari turchi.
Pompeo ha allo stesso tempo sostenuto che la Turchia rimane "un prezioso alleato e un importante partner per la sicurezza regionale" ed ha auspicato che la "storia decennale di cooperazione produttiva nel settore della difesa" tra Ankara e Washington continui una volta che la Turchia eliminerà "l'ostacolo" rappresentato dagli S-400.
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