La maggioranza avrebbe raggiunto l'intesa sulla risoluzione che verrà votata oggi in parlamento. Il voto di oggi sulla riforma del Mes non dovrebbe riservare alcuna sorpresa, neanche in Senato, dove il margine è più sottile. Dopo le fibrillazioni delle ultime settimane, con la fuoriuscita di alcuni europarlamentari e un conseguente calo di consensi, l'esecutivo del premier Conte può finalmente considerarsi al sicuro.
Il punto di caduta della Lezzi
La fronda degli "ortodossi" del M5S che avevano minacciato di non votare la riforma del Mes, trova il "punto di rottura" grazie al "lodo" della senatrice Barbara Lezzi. La logica è quella di inserire la riforma del Mes all'interno di un pacchetto per vincolarla ad altre riforme a livello europeo che il governo si impegna a "finalizzare".
In primis "la profonda modifica del patto di stabilità e crescita prima della sua reintroduzione" e poi la realizzazione dell'Edis, il sistema europeo di assicurazione dei depositi bancari.
Il voto di oggi permetterà a Conte di presentarsi a Bruxelles e dare il via libera alla riforma, ma non è risolutivo: rimanda la decisione della ratifica al 2021, quando si dovrà decidere sull'intero pacchetto di riforme. Il M5S salva l'esecutivo senza dare l'ok formale al MES.La risoluzione impegna il governo a "prendere atto dei cambiamenti negoziali apportati come l’anticipo del common back stop del Fondo di risoluzione unico per le crisi bancarie" e a "finalizzare l'accordo politico raggiunto all'Eurogruppo e all'ordine del giorno dell'Eurosummit sulla riforma del trattato del Mes" ma ribadisce che "questa riforma non può considerarsi conclusiva, vista la logica di pacchetto già ribadita dal Parlamento, proprio alla luce delle ultime scelte realizzate in seno alla Ue che descrivono una nuova stagione di necessarie modifiche", ovvero le modifiche al PSC e la realizzazione dell'Edis.
"Ho trascorso due intere giornate insieme ad altri 60 parlamentari per mediare le posizioni, per trovare un punto di caduta e per fare in modo di non essere ricordati come coloro che hanno peggiorato uno strumento già pessimo senza aver avuto nulla in cambio a tutela dei cittadini. Grazie a questo lavoro è venuta fuori una risoluzione che non è quella ideale ma, almeno, rivendica il ruolo del Parlamento in sede di ratifica e avverte che non sarà disposto al voto finale se non ci sarà l'avanzamento significativo del resto del pacchetto di riforme (Edis prima di tutto)", scrive la Lezzi sul suo profilo Facebook, in risposta a un intervento polemico del giornalista Marco Travaglio.
L'intesa con Iv
Più incerto il voto dei renziani, dopo l'intesa raggiunta in maggioranza, con i fedelissimi dell'ex premier che si riservano di mettere la firma in calce al testo solo dopo l'intervento di Conte in aula.
Il premier, dal canto suo, convocherà il consiglio dei ministri solo dopo aver incassato il voto al Senato.
La ratifica del trattato di riforma del Mes
Lo scorso 30 novembre il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha annunciato l'accordo sul trattato di riforma del Mes che verrà firmato a gennaio, avviando così il processo di ratifica a livello nazionale.
Tale intesa, che ha ricevuto quindi anche l’appoggio dell’Italia, è stata definita dal Commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni "una buona notizia per l’economia e per i cittadini Ue".
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