"La Ue dovrebbe applicare definitivamente le sanzioni, e non solo discuterle nei corridoi, ma con chiare conclusioni del Consiglio durante il vertice del 10-11 dicembre", ha detto Papadimoulis, aggiungendo che "è molto probabile, se non ci sarà una reazione concreta da parte dell'Europa, la Turchia continuerà la sua tattica aggressiva".
Il vicepresidente del Parlamento europeo ha affermato che le sanzioni alla Turchia da tempo sono dovute, dato che Erdogan non ha risposto a tutti i precedenti avvertimenti di Bruxelles e ha continuato la politica di "provocazioni unilaterali, contro gli Stati membri dell'UE, principalmente Grecia e Cipro, in violazione del diritto internazionale e territoriale" mettendo a repentaglio la pace e la stabilità regionali.
Chiarendo quale tipo di sanzioni ritiene sarebbero più efficienti, Papadimoulis ha elencato misure su energia, commercio, persone fisiche, società e banche, aggiungendo che "anche un embargo sulle armi dovrebbe essere sul tavolo della discussione".
Il vicepresidente del Parlamento europeo pensa che Erdogan abbia cercato di dividere e manovrare la Ue, sfruttando le divergenze tra gli Stati membri, mentre persegue i propri programmi con il mondo islamico, il Medio Oriente e il Mediterraneo orientale.
L'opinione di Papadimoulis è che le sanzioni sarebbero un modo per l'UE di inviare un "messaggio trasparente" sull'unità tra gli Stati membri e allo stesso tempo sull'accoglienza della Turchia se si convertisse ad una politica regionale costruttiva, al rispetto dei diritti umani e alle riforme necessarie.
Le tensioni nel Mediterraneo orientale si sono esacerbate per l'esplorazione della Turchia di fondali di zone contese con Cipro e Grecia alla ricerca di risorse energetiche. La situazione si è aggravata quest'estate, quando la Turchia ha inviato la nave Oruc Reis, accompagnata da una flotta di navi militari, per trivellare quella che la Grecia considera la sua piattaforma continentale.
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