La pandemia fa crescere i giganti dell’e-commerce. Basti pensare che Jeff Bezos, patron di Amazon, nel 2020 ha accresciuto il suo patrimonio del 40 per cento scalando la classifica dei paperoni e guadagnandosi il titolo di uomo più ricco di tutti i tempi.
Quest’anno la stessa società di commercio online, nel periodo compreso tra gennaio e ottobre, ha assunto quasi mezzo milione di dipendenti in tutto il mondo. Il 50 per cento in più rispetto allo scorso anno.
Ma mentre Amazon vola decine di negozi fisici arrancano per colpa del lockdown e della crisi senza precedenti portata dal Covid. La questione, inevitabilmente, sale alla ribalta nel dibattito politico.
Nelle scorse settimane alcune associazioni di commercianti ed esercenti avevano chiesto al governo di rinviare, come è successo in Francia, gli sconti per il Black Friday, così da non penalizzare i negozianti delle zone rosse. Ma l’appello è rimasto inascoltato.
A metà novembre invece era stato il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Attività produttive alla Camera a fare appello all’esecutivo per la rimozione dei “privilegi fiscali nei confronti dei giganti del web” che, denunciava il deputato godono “di una fiscalità agevolata e poco controllata”.
Nei giorni scorsi è stato il leader della Lega Matteo Salvini, ad incontrare i vertici della multinazionale. L’obiettivo dell’incontro, come ha spiegato lo stesso Salvini, ripreso dal Tempo, è “garantire pari condizioni di lavoro a tutti gli operatori, grandi e soprattutto piccoli”. Il leghista vorrebbe che fossero assicurate le “stesse norme fiscali e tutele professionali” per non compromettere le attività legate a commercio e artigianato.
Ma il canale di dialogo aperto da Salvini con la multinazionale non piace agli alleati. “Altro che parlare con Amazon, questa gente va denunciata pubblicamente”, tuona Maurizio Gasparri, citato dallo stesso quotidiano.
“Ma perché si incrementano i guadagni di Amazon?”, si chiede il senatore di Forza Italia. Domanda retorica. “I negozi sono chiusi, le città sono paralizzate e il commercio gestito dalle famiglie nei negozi langue con chiusure e fallimenti a raffica”, è la risposta.
“Avremo modo di smontare la validità dei dati diffusi da Amazon sull’occupazione punto per punto perché i numeri non sono mai asettici”, è la posizione del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.
Il riferimento è ai numeri sull’occupazione forniti dalla multinazionale dopo l’incontro con Salvini, che parlano di 8.500 persone impiegate in dieci anni e di oltre 120mila occupate. E rivendica di aver contribuito al gettito fiscale nel 2019 con 234 milioni di euro di tasse versate.
Insomma, con il Natale alle porte la questione Amazon continua a far discutere, anche all’interno dello stesso centrodestra.
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