"Questi eventi costituiscono un ostacolo alla soluzione dei due Stati. La Ue ribadisce l'esortazione ad Israele per fermare tutte queste demolizioni, comprese le strutture finanziate dall'UE, in particolare alla luce dell'impatto umanitario dell'attuale pandemia di coronavirus", si legge nel comunicato.
Notando che le forze israeliane hanno distrutto più di 70 strutture palestinesi nell'insediamento di Khirbet Hamsa al-Foqa all'inizio di questa settimana, i diplomatici europei hanno descritto il proseguimento di questa pratica come "la conferma ancora una volta della tendenza deplorevole di confische e demolizioni in atto dall'inizio dell'anno."
Bruxelles ha espresso particolare preoccupazione per i piani di Israele di demolire una scuola palestinese nella comunità Ras Al-Teen nella Cisgiordania centrale, finanziata dalla Ue e da diversi Stati membri, affermando che violerebbe il diritto dei bambini all'istruzione ed un ambiente scolastico sicuro.
La demolizione delle case palestinesi e di altri edifici ritenuti dalle forze israeliane costruiti "illegalmente" nelle aree della Cisgiordania controllate da Israele è una prassi regolare. I palestinesi che vivono in queste aree si sono lamentati delle difficoltà nell'ottenere i permessi di costruzione dalle autorità israeliane, pensando che sia dovuto al fatto che Israele ambisce ad un vantaggio demografico locale.
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