Durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo Dpcm, Giuseppe Conte aveva annunciato una misura che demandava ai sindaci la chiusura di determinate aree delle città e dei paesi, allo scopo di creare dei micro lockdown o delle aree rosse limitate per evitare gli assembramenti a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Il riferimento nel testo del Dpcm firmato, però, non c’è - è come magicamente sparito.
Il motivo per cui la misura non è stata inserita nel Dpcm, si deve probabilmente alle immediate proteste del presidente dei sindaci italiani, Antonio Decaro, che secondo quanto riportato dall’Adnkronos, ha detto che “il Governo inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica”.
Secca la risposta a stretto giro anche del sindaco di Bergamo Giorgio Gori:
“La norma inserita nel DPCM che attribuisce ai sindaci il compito dopo le 21 di chiudere piazze e vie a rischio di assembramento, oltre che costituire un evidente scarico di responsabilità sui comuni, è inattuabile con le sole (scarse) forze di polizia locale. Va tolta o cambiata.”
Nel testo definitivo è stato tolto il riferimento esplicito ai Sindaci che c’era nella bozza, citato da Conte in conferenza stampa. Ma non si dice a chi competerebbero quelle misure: se ai Sindaci, ai Prefetti, ai Presidenti di Regione. Né con quali mezzi si possano attuare.
— Giorgio Gori (@giorgio_gori) October 19, 2020
Il sindaco Gori questa mattina in un nuovo commento ha evidenziato come la norma sia stata tolta dal testo del Dpcm, ma non specifica le competenze. Cioè a chi spetta l’istituzione di una zona rossa.
Anche altri sindaci hanno fatto sentire la loro voce contro il tentativo di scaricare su di loro la responsabilità delle zone rosse e del coprifuoco, tra questi il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e di Firenze Dario Nardella.
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