"L'escalation nel Nagorno-Karabakh è stata ampiamente discussa. I ministri hanno espresso seria preoccupazione per il confronto armato in corso, si sono espressi a favore di una cessazione immediata delle operazioni militari. È stata sottolineata l'inammissibilità del coinvolgimento di gruppi armati illegali di altre regioni nel conflitto. È stata rilevata la richiesta di misure estremamente equilibrate in termini di fornitura di assistenza politica e diplomatica a Baku e Yerevan", si legge in una nota del ministero degli Esteri russo.
I capi delle due diplomazie hanno ribadito la disponibilità a cooperare per favorire la normalizzazione della crisi nella regione contesa.
"È stata confermata la disponibilità ad uno stretto coordinamento di Russia e Turchia per stabilizzare la situazione al fine di riportare la soluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh a un canale di negoziazione pacifica il prima possibile. Da parte russa è stata attirata l'attenzione sugli sforzi intrapresi dai copresidenti del Gruppo di Minsk dell'Osce, inclusa la dichiarazione congiunta dei presidenti di Russia, Stati Uniti e Francia del 1° ottobre 2020", ha osservato il ministero degli Esteri russo.
In precedenza il presidente russo, Vladimir Putin, quello americano, Donald Trump, e quello francese, Emmanuel Macron, avevano rilasciato una dichiarazione congiunta in quale chiedono che l'Azerbaigian e l'Armenia impongano un cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh.
A sua volta il presidente turco Erdogan ha chiesto all'Osce di mettere fine "all'occupazione armena" del Nagorno-Karabakh.
Escalation nel Nagorno-Karabakh e storia del conflitto
La situazione nella regione contesa del Caucaso meridionale è peggiorata domenica, dopo che Armenia e Azerbaigian hanno dato vita a reciproci scontri a fuoco e provocazioni militari lungo la linea di contatto. L'escalation ha spinto entrambi i Paesi a introdurre la legge marziale e la mobilitazione.
Il conflitto nella regione è iniziato nel febbraio del 1988, quando la Regione Autonoma del Nagorno-Karabakh a maggioranza armena proclamò l'indipendenza dalla Repubblica Socialista Sovietica dell'Azerbaigian. Nell'area è scoppiato un conflitto armato tra il 1992 al 1994, da allora sono stati avviati negoziati per la normalizzazione del conflitto con la mediazione del gruppo di Minsk dell'OSCE, guidato da Russia, Stati Uniti e Francia.
L'autoproclamata Repubblica, che formalmente fa parte dell'Azerbaigian, ha cercato il riconoscimento internazionale, con il premier armeno Nikol Pashinyan che ha proseguito i tentativi alla luce delle crescenti tensioni nell'area contesa.
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