Per il presidente uscente della Regione Veneto Luca Zaia, i sondaggi elettorali per le elezioni regionali lo vedono riconfermato a furor di popolo. Addirittura Zaia nelle intenzioni di voto espresse dal sondaggio Tecné/Dire otterrebbe tra il 68% e il 72% delle preferenze, contro il 16% - 20% del candidato del centrosinistra Arturo Lorenzoni. Qui il M5s non va oltre il 4% - 8%.
In totale il centrodestra potrebbe aggiudicarsi 4 sulle 6 regioni che andranno al voto il 20 e 21 settembre per rinnovare il presidente della Regione.
In Campania vincerebbe Vincenzo De Luca con il 42,5% – 46,5% dei consensi, ma Stefano Caldoro non è molto distante con il 37% – 41%. Terza e staccata Valeria Ciarambino, M5s, con il 13% – 17%. Significativo qui il dato dei grillini dal momento che la Campania esprime alcune delle figure di spicco a livello nazionale del partito di Beppe Grillo, come Luigi Di Maio e Roberto Fico.
In Liguria si confermerebbe Giovanni Toti alla guida della Regione per altri 5 anni, con una forchetta di voti compresa tra il 51% e il 55%, sufficienti a distanziare il candidato del centrosinistra Ferruccio Sansa che totalizza tra il 39% e il 43%.
In Puglia la sfida è molto aperta, al momento l’uscente Michele Emiliano viene dato al 35% – 39% e a sorpresa non vincerebbe aprendo la porta all’ex presidente della Puglia Raffaele Fitto, che invece totalizza tra il 40% e il 44% delle intenzioni di voto. Terzo il M5s con il 13% – 17% delle intenzioni di voto.
In Toscana la battaglia è aperta, con Eugenio Giani del centrosinistra che viene dato tra il 44% e il 48%, ma Susanna Ceccardi del centrodestra è lì tra il 38,5% e il 42,5%. Staccato il M5s dato tra il 6% e il 10%.
Ed infine le Marche, dove il centrodestra candida Francesco Acquaroli che potrebbe ottenere tra il 43,5% e il 47,5% dei voti. Segue il candidato del centrosinistra Maurizio Mangialardi con un gradimento compreso tra il 36% e il 40%. Segue il candidato del M5s (12,5% – 16,5%).
Sondaggio elezioni regionali: analisi
Quello che sembra dirci questo sondaggio sviluppato per le elezioni regionali del 20 e 21 settembre, è che la contesa è un affare tra il centrodestra e il centrosinistra, mentre il M5s non è capace di esprimere figure politiche con un profilo tale da catalizzare le intenzioni di voto e il gradimento degli elettori.
Anche se il voto regionale si distingue da quello di livello nazionale, come aveva detto anche Matteo Salvini durante una intervista alcune settimane fa, è indubbio che stiano andando al voto alcune delle regioni più importanti d’Italia. Difficile credere che il 22 settembre l’esito delle votazioni regionali non trasferisca i suoi effetti sull’attuale compagine di governo giallorossa.
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