A seguito della seduta dell'Assemblea Nazionale (NA) del Venezuela tenutasi il 5 gennaio, il deputato Luis Eduardo Parra, avversario politico di Guaidó, si è autoproclamato capo del parlamento del Paese.
Tuttavia, i sostenitori di Guaidó hanno dichiarato che quest’ultimo rimarrà nella sua posizione di presidente del Parlamento. Sull’account ufficiale Twitter dell’Assemblea Nazionale si legge che Guaidó ha ricevuto 100 voti.
Secondo le dichiarazioni, si tratterebbe di una presidenza legittima e non della formazione di una assemblea nazionale parallela. Mike Pompeo ha espresso il suo sostegno al leader dell'opposizione venezuelana. "Congratulazioni a Juan Guaidó per la sua rielezione all'Assemblea Nazionale", ha scritto su Twitter.
Piano Guaidó
In cosa consisteva il piano di Guaidó? Ve n'erano due. In primo luogo, Guaidó ha tentato di tornare a ricoprire la carica di presidente dell'Assemblea nazionale, cosa piuttosto difficile dato che la coalizione avversaria non ha ceduto. Dunque, la maggioranza non era garantita.
In secondo luogo, si è tentato di creare un certo clamore mediatico in modo da ritrarre Guaidó come perseguitato da un governo che, a detta sua, gli aveva impedito di entrare nella Assemblea nazionale. Il piano è fallito perché numerosi video hanno mostrato che i servizi di sicurezza avevano permesso a Guaidó di entrare nei locali, ma lui si è rifiutato.
In altre parole, i fatti mostrano che il piano intende istituire una assemblea nazionale parallela, poiché sarà il Parlamento presieduto da Parra a riunirsi in semicerchio nel Palazzo del governo e ad essere riconosciuto dagli altri poteri dello Stato.
Guaidó riuscirà nel suo tentativo di stabilire un potere parallelo? Finora ha dimostrato la sua incapacità nell’attuare questa strategia: infatti, non è mai riuscito a stabilire il controllo sul territorio, su un altro potere dello Stato o su una divisione delle forze armate nazionali, né ad attuare le leggi e i decreti adottati nella Assemblea nazionale.
La capacità di azione dell'Assemblea nazionale parallela dipenderà dalle decisioni dell'amministrazione Trump e dalle autorità invisibili coinvolte. Prenderanno nuove misure d'attacco, presentandole come risposta a quello che hanno descritto come un voto illegittimo che ha premiato Parra?
Tuttavia, tali considerazioni devono tenere conto di un altro evento: le elezioni dell’Assemblea nazionale del 2020. È probabile che un gruppo dell'opposizione si presenti e un altro si rifiuti di partecipare come alle presidenziali del 20 maggio 2018, quando vinse NicolásMaduro.
Il gruppo probabilmente assente alle elezioni seguirà la tabella di marcia stabilita dagli USA: solo un governo di transizione può porre fine alla crisi tramite elezioni libere ed eque. In altre parole, non riconosceranno le elezioni finché Maduro governerà il paese.
In conclusione, siamo di fronte all’ennesimo rivolgimento della situazione in Venezuela. Ora resta da vedere quali passi intraprenderà l'Assemblea Nazionale guidata da Parra, così come la seconda assemblea presumibilmente guidata da Guaydo. Cosa faranno gli Stati Uniti? Una volta che lo sapremo, capiremo anche quale sarà lo scenario per lo sviluppo del conflitto in Venezuela.
di Marco Teruggi
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