"I flussi migratori rappresentano una sfida strutturale. Dobbiamo uscire da una logica emergenziale e lavorare tutti assieme - Unione Europea, Paesi di origine e transito - per una risposta incentrata su rimpatri e ridistribuzione, oltre che sulla responsabilità condivisa dei Paesi dell'Unione Europea, abbandonando la logica di Dublino per cui sono i Paesi di primo approdo a dover gestire un fenomeno che riguarda tutti, che ci richiama alla necessità di governare le crisi anziché subirle e dare risposte concrete ai cittadini".
Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel suo intervento a conclusione della tre giorni Med Dialogues. Il Forum dei Paesi mediterranei, ospitato nella città di Roma, è giunto alla sua quinta edizione. Dialoghi sul Mediterraneo è stato istituito dal ministero degli Affari Esteri dell'Italia e dall'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi). La prima edizione del forum si è svolta nel 2015.
Al centro dei dibattiti del Med, che ha visto come attori protagonisti anche la Russia, rappresentata dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov, è stata la Libia e gli equilibri nel mediterraneo che la situazione di conflitto genera. Di Maio ha avuto un intenso colloquio con il suo omologo russo, durante il quale ha indicato la conferenza di Berlino come solco entro il quale trovare una soluzione pacifica per la Libia, invitando i partner impegnati nel processo di pace a esercitare una suasion per "convincere chi ha influenze in Libia, a promuovere un cessate il fuoco".
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