Il presidente moldavo Igor Dodon non è d'accordo con il governo, che chiede il ritiro delle forze di pace russe dalla Transnistria. Nella riunione odierna ha assicurato il leader della repubblica separatista non riconosciuta Vadim Krasnoselsky.
"Abbiamo confermato l'importanza di preservare l'attuale missione di mantenimento della pace in qualità di fattore per mantenere la stabilità e la tranquillità nella zona di sicurezza (linea demilitarizzata lungo il fiume Dniester), ma abbiamo notato che quest'anno ci sono state alcune sfide in questa direzione, ma sono state superate dagli sforzi congiunti senza complicazioni rilevanti", ha scritto sulla sua pagina Facebook il capo di Stato moldavo.
Le forze di pace russe insieme ai "caschi blu" moldavi e della non riconosciuta Transnistria sono stati dislocati lungo la zona di contatto in base all'accordo firmato tra le parti in conflitto nel 1992. Da allora nella regione regna la pace e nessuna persona è morta in operazioni di combattimento.
Il governo moldavo, controllato da partiti filo-europei, propone di sostituire le forze di pace russe con un gruppo di osservatori civili con un mandato internazionale. Le autorità della Transnistria sono categoricamente contrarie, poiché considerano i militari russi garanti della pace.
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