Ieri il presidente dell'autoproclamata Repubblica del Kosovo Hashim Thaci ha dichiarato pubblicamente che "l'Occidente non è in grado di convincere la Serbia a riconoscere il Kosovo".
Il testo dell'intervento di Tachi, pubblicato sul sito web ufficiale della presidenza kosovara, afferma che il riconoscimento della Serbia è diventato il principale ostacolo sulla strada euro-atlantica del Kosovo:
— Qualcuno dirà che la Serbia deve riconoscere il Kosovo senza alcuna condizione e nei suoi attuali confini. Anche a me piacerebbe. Ma pensate davvero che riusciremo a convincere la Serbia a fare qualcosa del genere nel prossimo futuro? Ahimè, no! Pensate che i nostri influenti alleati, Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, convinceranno la Serbia a riconoscere il Kosovo? Anche qui la risposta è no!".
Secondo Thaci, Belgrado e Pristina potranno trovare un accordo solo se entrambe le parti accetteranno un compromesso.
Il politologo kosovaro Stefan Filipovic ritiene che queste affermazioni di Thaci debbano essere contestualizzate insieme ad altre dichiarazioni, con cui il leader del Kosovo cerca di salvare la sua reputazione politica non solo a Pristina, ma anche in campo internazionale.
"Nelle ultime settimane Thaci ha sostenuto la cosiddetta "demarcazione", ovvero la divisione dei territori. Ha proposto varie idee, cercando di dimostrare di avere l'iniziativa e di presentarsi come l'unico possibile rappresentante degli albanesi del Kosovo, non solo nei negoziati con Belgrado, ma anche in campo internazionale", — ha affermato l'analista in un'intervista con Sputnik.
Filipovic ricorda che per Tachi è necessario agire così, dal momento che è costretto ad affrontare la potente resistenza politica dell'opposizione kosovara". Non ritiene che con queste affermazione il presidente kosovaro cerchi di incitare i partner occidentali a "fare pressione" sulla Serbia, in quanto dal testo del suo intervento emerge che la Serbia persegue la sua posizione irremovibile.
Sottolinea che la Serbia ha i suoi principi e non può e non intende andare contro la propria Costituzione.
"Si parla molto del fatto che la Serbia voglia trovare un compromesso, che è pronta ad ascoltare il punto di vista differente, tuttavia deve essere reciproco. Sappiamo che non arriva nulla di simile dall'altra parte, pertanto la Serbia resta ferma sulla sua posizione, reale e obiettiva", osserva Filipovic.
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