La settimana scorsa, nel forum economico internazionale della città polacca di Krynica-Zdrój, il Ministro ungherese degli affari esteri e del commercio internazionale Péter Szijjártó ha dichiarato di non condividere le opinioni del "mainstream liberale europeo" sulla migrazione. "È con i valori cristiani che l'Europa è diventata forte. Più da essi ci allontaneremo, meno possibilità abbiamo di tornare ad essere una comunità forte e competitiva", ha sottolineato.
Nel suo discorso, Szijjártó ha affermato che i problemi della migrazione, la politica energetica, il terrorismo e l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione sono attualmente i problemi più gravi dell'UE. Il Ministro ungherese ha affermato che un'opinione diversa da quella dominante a Bruxelles non è una scusa per definire qualcuno nemico dell'Unione Europea.
Lo storico e politologo Sasa Adamovic in una conversazione con Sputnik afferma che un'asse anti-Bruxelles, formatasi sulla base del disaccordo con la sua politica sull'immigrazione, esiste, e potrebbe avere un forte impatto sul destino della UE.
"La sua formazione è stata facilitata dalla stretta cooperazione tra i paesi del Gruppo di Visegrad, che fin dall'inizio hanno avuto una pronunciata posizione anti-immigrazione, che semplicemente si rifiutano di soddisfare le quote imposte loro da Bruxelles. D'altra parte, le elezioni in Austria hanno visto affermarsi al governo un partito con una piattaforma politica chiaramente anti-immigrazionista, il Partito Liberale Austriaco di Heinz-Christian Strache, e il Cancelliere Sebastian Kurz stesso non è noto per le sue idee liberali in materia di migrazione. Cambiamenti politici di rilievo hanno avuto luogo in Italia, un paese di importanza fondamentale per l'UE: al potere sono salite due forze politiche d'opposizione al partito istituzione europea, la Lega del Ministro degli Interni Matteo Salvini si è chiaramente opposta alla politica immigrazionista. Secondo recenti sondaggi, questo partito gode del maggior sostegno dei cittadini italiani", osserva l'esperto.
Ricorda che i forti partiti anti-immigrazione c'erano in Europa già da prima e cita l'esempio del Partito della Libertà olandese di Geert Wilders e del Fronte Nazionale di Marine le Pen.
"Nel nord Europa, Svezia e Finlandia c'è stato anche un aumento della popolarità dei partiti che si oppongono alla politica di migrazione effettiva, come ad esempio i Veri Finlandesi e i Democratici di Svezia. Un atteggiamento ambiguo alla politica sull'immigrazione è invece rappresentato dalla Merkel in Germania: l'Unione Cristiano Sociale, tradizionalmente sempre stata in collaborazione con il CDC, oggi è più incline alla retorica anti-migranti, e la linea del governo sta scatenando le proteste dei cittadini", ha dichiarato la fonte a Sputnik.
Secondo i dati preliminari il partito di destra svedese Democratici Svedesi ha preso abbastanza voti alle elezioni parlamentari di domenica, il 19,2%.
"Nell'UE, c'è una crescente ondata di resistenza alla politica di Bruxelles, la quale ha portato nel territorio dell'Unione Europea più di un milione di migranti. Ed è importante tener conto del fatto che questa opposizione sta prendendo piede poco prima delle elezioni per il Parlamento Europeo, che si terranno a maggio del prossimo anno. Se la situazione continuerà ad avanzare nella stessa direzione, al Parlamento Europeo verrà eletto un gruppo potente in contrasto con la marea di immigrati nel paesi europei, cosa che non potrà non incidere sulla politica di Bruxelles e sulla politica delle frontiere aperte" suggerisce Adamovich.
Secondo lui, se l'ondata di migranti non verrà fermata, la situazione porterà a un cambiamento nelle priorità politiche di molti paesi dell'UE. Lo storico serbo crede che l'Unione Europea abbia perso i punti di riferimento e lo scontro tra globalisti pro-globalizzati e i loro oppositori ideologici continuerà e peggiorerà.
"Hanno creato così tanti problemi per l'Unione Europea, l'hanno portata quasi sull'orlo dell'abisso. Forse è giunto il momento di cambiare l'élite politica e che si passi a partiti che hanno più idee sull'identità nazionale e paneuropea. Questa brutale lotta politica si svolgerà nel Parlamento Europeo, e l'esempio della Germania ci mostra che è possibile che si riversi nelle strade", conclude Sputnik.
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