A prima vista, i segnali che l'Occidente ha recentemente dato alla Russia sono più che mai dubbi e confusi. Il ministro degli esteri britannico, Jeremy Hunt, ha esortato a inasprire le sanzioni contro la Russia sullo sfondo della comparsa di nuove prove dell'interferenza del Cremlino nella politica britannica e in quella americana. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump cambia la sua posizione nei confronti della Russia in modo drammatico e imprevedibile, per cui è praticamente impossibile adottare una strategia.
Tuttavia, continua la CNN, vale la pena prestare attenzione al vertice tra il presidente russo Vladimir Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel, per capire che il futuro delle relazioni con la Russia non dipende dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dall'Europa centrale, ma dalla solidità, dagli interessi commerciali e dalla posizione geografica della Germania.
"Come negli anni più intensi della Guerra Fredda, la Germania si opporrà risolutamente all'ideologia autoritaria di Mosca. Ma in sostanza, per tutte queste tensioni esterne, ma continueranno a collaborare con la Russia nella risoluzione di problemi pratici urgenti", afferma l'autore.
Egli crede che la Merkel stia usando la stessa tattica della Germania Ovest, che è nel bel mezzo della Guerra Fredda ha mantenuto rapporti commerciali con i paesi socialisti. E questa somiglianza mette in luce sia le prospettive che i pericoli dell'approccio sempre più inequivocabile della Merkel con la Russia.
Ma se da un lato questo approccio risulta pragmatico perché l'Europa e gli Stati Uniti devono cooperare con la Russia in molte aree critiche, dall'altro lato la Germania corre un serio rischio. Perseguendo i propri interessi economici, la Germania continuerà a sostenere la costruzione del gasdotto Nord Stream 2, il progetto che provoca irritazione nei paesi dell'Europa centrale e orientale, che ritengono di essere stati traditi. Essi temono che il gasdotto aumenterà la dipendenza dell'Europa dalla Russia.
"Per Germania e Russia è arrivato il momento favorevole per stringere la cooperazione, quindi sono più disposti a scendere a compromessi. Questo è positivo, a condizione che una tale politica non sarà attuata a scapito delle norme internazionali e dei paesi vulnerabili che si trovano tra le maggiori potenze regionali", conclude l'autore.
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