Le audizioni sui legami della campagna elettorale di Donald Trump con la Russia avvenute lunedì nella Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti hanno ricordato a La Stampa una rissa in un saloon da Far West.
In questi casi, come è noto, nessuno ne esce fuori illeso.
Il quotidiano italiano scrive che Donald Trump si è preso due "forti montanti": il direttore dell'FBI James Comey ha confermato l'apertura di un fascicolo sui legami della campagna elettorale di Trump con la Russia, mentre allo stesso tempo ha scagionato l'ex presidente Barack Obama dalle accuse di aver intercettato il repubblicano durante la campagna elettorale.
Tuttavia i democratici non sono riusciti a dare il "colpo del ko", dal momento che i repubblicani hanno fatto quadrato attorno al loro leader, scrive il giornale.
"E al Cremlino Vladimir Putin ha il piacere di assistere alla rissa da saloon," — ha scritto La Stampa.
I capi di FBI e NSA hanno confermato l'incredibile efficienza della "operazione segreta" che presumibilmente avrebbe condotto Putin, che ha seminato "caos e divisioni" negli Stati Uniti.
Allo stesso tempo La Stampa osserva che solo le persone ingenue possono credere che Trump abbia collaborato con la Russia per il timore che i servizi segreti russi avessero del materiale compromettente nei suoi riguardi.
"Non è questo il piano. In realtà Mosca voleva seminare zizzania e ci è riuscita. Ora è il momento di Parigi e Berlino, poi vedremo quando e cosa accadrà a Roma," — rileva l'articolo del giornale italiano.
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