Dal punto di vista degli autori dell'articolo, nella sua politica in Medio Oriente Washington ha deviato dalle basi del realismo ed ha costruito le relazioni "sulla base di bugie", entrando in una strada molto pericolosa.
"Un esempio lampante dei pericoli di questo tipo strategia e delle sue conseguenze negative è la politica estera degli Stati Uniti in Medio Oriente, che ha aiutato a creare nella regione un contesto per cui gli USA continuano ad operare come una forza occupante straniera, tuttavia la regione non si avvicina verso la stabilizzazione," — si afferma nell'articolo.
Gli autori criticano gli Stati Uniti per le sue politiche nei riguardi di diversi Paesi della regione, in particolare per le relazioni amichevoli con l'Arabia Saudita.
Inoltre nell'articolo si ricordano le politiche perseguite dagli Stati Uniti in Libia e Siria. In particolare in Libia, con l'aiuto della NATO, gli USA hanno rovesciato Muammar Gheddafi, "perché potevano", ma alla fine hanno trasformato il Paese nordafricano in un centro regionale del terrorismo, si prende atto nell'articolo. Allo stesso tempo Washington non aveva un piano per la stabilizzazione post-bellica del contesto libico. Obama ha poi definito tutto questo il suo più grande errore, prendendo allo stesso tempo atto del caos nella regione.
Per quanto riguarda le politiche incoerenti di Obama in Siria, non sono riuscite ad ottenere né un vantaggio a favore dei ribelli presumibilmente moderati, né la creazione di zone umanitarie, tramite cui sarebbe stato possibile evitare l'esodo dei siriani verso l'Europa.
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