Secondo le sue parole riportate dal giornale "Kathimerini", la Grecia e gli altri membri dell'Unione Europea andranno incontro "pesanti prove" in caso di rottura di questo accordo.
"Nessuno Paese della UE è pronto alla "ripetizione del massiccio afflusso di migranti e rifugiati che è toccato sopportare al continente lo scorso anno", — ha detto il politico.
L'Europa sta vivendo la più grave crisi migratoria dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, innescata in primo luogo da vari conflitti armati e problemi economici in Medio Oriente e Nord Africa. Secondo l'agenzia europea Frontex, nel 2015 sono arrivato in Europa 1,8 milioni di clandestini.
I leader dei Paesi membri della UE a metà marzo avevano concordato con la Turchia un piano comune per combattere la crisi migratoria. Prevede, tra l'altro, il rimpatrio degli immigrati clandestini che arrivano in Grecia dal territorio turco e lo scambio con i profughi siriani che si trovano in Turchia sulla base del principio "uno per uno".
Nell'ambito di questi accordi a maggio la Commissione Europea ha proposto al Parlamento europeo e al Consiglio dell'Unione Europea di eliminare le restrizioni sui visti per i cittadini turchi, se Ankara avesse completato entro giugno le restanti condizioni per l'abolizione dei visti. A sua volta il presidente turco Erdogan ha minacciato di rompere l'accordo migratorio se l'Unione Europea non avesse assicurato ai propri concittadini il regime senza visti.
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