Si tratta della prima legislatura nella storia della Repubblica croata interrotta anzitempo. Il Parlamento di Zagabria ha deciso oggi a larga maggioranza di sciogliere la Camera perché incapace di esprimere una maggioranza governativa. Una decisione che ha fatto storia, quella presa dai 137 deputati su 140 presenti nell'emiciclo, e che lascerà delle ferite da rimarginare nel sistema istituzionale croato.
Lo scioglimento effettivo entrerà in vigore il prossimo 15 luglio, mentre si spiana così la strada a una nuova tornata elettorale che potrebbe svolgersi l'11 settembre, a neanche un anno dalle ultime elezioni nazionali tenutesi l'8 novembre del 2015, che avevano portato alla formazione di un governo di coalizione, guidato dal premier Tim Oreskovic, tra l'unione democratica croata e i centristi di Most. Quest'ultimi hanno, di fatto, estromesso il primo ministro e la sua compagina governativa perché giudicati inadatti a cause delle scarse politiche adottate in materia di riforme e di investimenti nel settore energetico.
A quel punto l'opposizione di centro-sinistra ha depositato negli scorsi giorni 60 firme di tutti i suoi deputati per lo scioglimento anticipato del Parlamento, che ha portato il Presidente dell'Assemblea, Zeljko Reiner, ad inserire tempestivamente all'ordine del giorno la discussione in aula a patto che la richiesta di scioglimento arrivasse almeno da 76 parlamentari: cifra superata e arrivata a ben 91 deputati richiedenti.
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