Si riparte per un nuovo governo in Serbia. Il presidente Nikolic ha incontrato i vari leader delle principali forze politiche del Paese per le consuete consultazioni finalizzate alla formazione di un nuovo governo. Il primo faccia a faccia è stato con il premier uscente, Aleksandar Vucic, che ha guidato il suo partito progressista serbo (Sns) alla vittoria nelle ultime elezioni del 24 aprile.
Il "vulnus" si è creato per dei presunti brogli denunciati in 15 seggi sullo sfondo dell'incertezza dettata dal mancato annuncio dei risultati ufficiali. Una mancanza di comunicazione che è stata letta dai partiti, sia di destra che di sinistra, come una maniera di occultare le irregolarità. Motivo per il quale in quelle sezioni, la consultazione si è ripetuta lo scorso 4 maggio: confermando la vittoria del fronte progressista del premier Nikolic e l'ingresso di sette nuovi soggetti politici in Parlamento.
Il partito democratico di Serbia (Dss) è uno degli "outsider" dell'emiciclo di Belgrado, dopo esserne rimasto fuori nella tornata precedente, mentre viene riconfermata la presenza tra i ranghi dell'Assemblea del partito radicale serbo (Srs): formazione ultranazionalista legata a Vojislav Seselj.
Il nuovo Parlamento dovrà riunirsi entro 30 giorni dalla proclamazione dei risultati ufficiali delle elezioni. Dopo seguirà il processo di formazione del nuovo governo, che dovrà essere completato entro 90 giorni dalla costituzione del Parlamento.
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