Alla fine ha dovuto cedere e rassegnare le dimissioni David Gunnlaugsson, premier islandese in carica dal maggio del 2013. Troppo forti le pressioni per il suo coinvolgimento nei documenti ribattezzati dalla stampa internazionale Panama Papers. Dopo due giorni di pesanti contestazioni, che hanno portato migliaia di cittadini davanti alla sede del parlamento di di Reykjavik, l'ormai ex primo ministro islandese ha dunque mollato, non prima di tentare la mossa disperata di chiedere al presidente Grimsson lo scioglimento del parlamento, richiesta respinta dal capo dello Stato.
Gunnlaugsson si dimette dopo la rivelazione della presenza del suo nome nella lista di clienti dello studio panamense Mossack Fonseca, da cui sono fuoriusciti dei leaks che dimostrerebbero come nel 2007 avesse aperto un conto offshore, mai dichiarato pubblicamente e ceduto poi per la simbolica cifra di 1 dollaro alla consorte al momento della sua elezione a premier, avvenuta nel 2013.
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