Il consolato tunisino riaprirà dunque i battenti a distanza di quasi un anno. Da quando nel giugno 2015 il governo di Tunisi annunciò l'abbandono delle proprie sedi diplomatiche in risposta al rilascio di dieci suoi funzionari che erano stati rapiti da alcuni miliziani di Fajr Libia, "Alba libica", gruppo militare che oggi combatte lo Stato Islamico e che dalla caduta di Gheddafi sino al recente e instabile scenario politico si è insediato tra Tripoli e Misurata.
Mentre nella capitale si è svolto nelle scorse ore un nuovo incontro tra il premier incaricato Serraj, alcuni membri del Consiglio di presidenza e il delegato Onu Martin Kobler per fare un punto della situazione, ad est del Paese le truppe del generale Haftar avanzano in maniera seppur lenta ma costante verso la roccaforte dello Stato Islamico di Sirte. Due postazioni del Daesh sono state riconquistare dagli uomini di Haftar mentre sei jihadisti sarebbero rimasti uccisi durante i conflitti a fuoco avvenuti nelle località di Matar e Kashum al Khail, a 60 chilometri a sud dalla città controllata dalle milizie fedeli al Califfato.
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