Il presidente turco Tayyip Erdogan ha affermato che le condanne a morte eseguite in Arabia Saudita sono un affare di politica interna del Paese, riferisce oggi l'agenzia di stampa "Reuters".
In precedenza il vice premier turco Numan Kurtulmuş, commentando l'esecuzione del celebre predicatore sciita Nimr al-Nimr da parte delle autorità saudite, che ha portato ai ferri corti i rapporti tra Riyadh e Teheran, aveva dichiarato che Ankara si oppone alla pena di morte soprattutto se motivata politicamente.
Sabato scorso il ministero dell'Interno saudita aveva annunciato l'esecuzione di 47 persone, tra cui il predicatore sciita Nimr al-Nimr. Teheran ha duramente condannato l'esecuzione del predicatore e in Iran sono scoppiate violente manifestazioni di protesta, durante le quali sono state prese d'assalto l'Ambasciata saudita a Teheran e il Consolato a Mashhad. A seguito di questi fatti e delle critiche di Teheran, considerate un'ingerenza, il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con l'Iran.
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