L'ex primo ministro britannico Tony Blair voleva salvare dall'umiliazione l'ex leader libico Muammar Gheddafi, scrive il quotidiano "The Daily Mail".
Ricoprendo la carica di inviato speciale del "quartetto" per il Medio Oriente nel 2011, Blair aveva chiesto all'ex segretario di Stato americano Hillary Clinton di non umiliare Gheddafi. Aveva osservato che il "braccio destro" del leader libico era una persona ragionevole. Si trattava o dell'ex ministro degli Esteri libico Musa Kusa o dell'ex capo dei servizi segreti libici Abdullah Senussi, marito della sorella della moglie di Gheddafi.
Il tabloid britannico cita una lettera di Blair alla Clinton del 9 agosto 2011: "ho parlato col braccio destro di Gheddafi. Diceva di parlare a nome di Gheddafi. Ho detto che Gheddafi dovrebbe nominare un negoziatore e che se lo farà lo riferitò alla nostra parte e vedrò se sarà possibile negoziare…"
In una lettera precedente datata 3 marzo 2011, Blair aveva detto che Gheddafi si rifiutava di parlare con lui, perché credeva che lo avesse tradito, chiedendo le sue dimissioni. Tuttavia, secondo Blair, Gheddafi doveva accontentarsi del dialogo, se fosse stato il modo per risolvere la questione senza umiliazioni.
Dopo il rovesciamento e l'assassinio nel 2011 del leader libico Muammar Gheddafi, la Libia attraversa un periodo di crisi.
In generale in alcune zone del Paese regna l'anarchia.
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