Prima della riunione di Bruxelles, il premier sloveno Miro Cerar si era detto pessimista: "Se non prendiamo decisioni concrete — credo che l'Europa comincerà a sgretolarsi".
Nonostante il coordinamento inaugurato ieri, resta di fondo un atteggiamento di diffidenza da parte dei governi interessati, con la scelta di trasferire verso gli Stati del nord i migranti che rimane la prima opzione quasi ovunque. L'Ungheria, presente ieri con Viktor Orban, ha mostrato di non temere le critiche riaffermando la propria posizione di chiusura totale, definendo la sua presenza a Bruxelles quella di "un osservatore".
Sul piano delle azioni concrete, il summit di ieri ha stabilito la creazione di 100mila nuovi posti letto per la prima accoglienza, con una distribuzione che varia dai 40mila che verranno predisposti in Grecia, ai restanti 60mila distribuiti nei Paesi della cintura Balcanica. Lubiana ha ottenuto anche l'invio "su base bilaterale" di 400 agenti di frontiera UE per tamponare l'emergenza dei confini sloveni.
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