Nelle regioni più importanti del mondo la potenza militare e politica degli Stati Uniti sono state messe in discussione, ritiene l'editorialista del "Financial Times" Gideon Rachman.
"Per quanto tempo un Paese con una popolazione inferiore al 5% di quella mondiale e con l'economia del 22% rispetto a quella dell'intero globo può conservare il primato politico e militare? Questa domanda se la pongono spesso in Medio Oriente, Europa orientale e nella regione del Pacifico," — scrive Rachman.
"L'operazione militare russa in Siria rivela come gli Stati Uniti abbiano perso il controllo del Medio Oriente dopo la cosiddetta "Primavera Araba" e il ritiro delle truppe dall'Iraq… Mosca ha avvertito il vuoto di potere ed ha cercato di riempirlo," — ritiene il giornalista.
A suo parere anche in Europa la Russia ha sfidato gli Stati Uniti con l'annessione della Crimea, mentre in Asia il problema di Washington sono le dispute territoriali della Cina con i suoi vicini, scrive Rachman.
"Nonostante la popolare espressione "un mondo senza confini", il controllo del territorio ha ancora un'importanza fondamentale per la politica internazionale," — constata l'editorialista.
Allo stesso tempo, come osservato dall'analista Thomas Wright del Brookings Institution, la stabilità politica mondiale dipende da quella regionale, in particolare in Europa e in Asia orientale.
"Se queste regioni crolleranno, niente salverà l'ordine mondiale," — l'editorialista cita le parole di Wright.
L'Europa e l'Asia non si stanno spezzando, ma ma si stanno frammentando, ritiene Rachman. Tuttavia il Medio Oriente sta scoppiando, sollevando la questione della forza degli Stati Uniti e minando la reputazione di Washington in una regione molto importante come l'Asia.
Washington è sotto pressione da forze interne ed esterne, che chiedono agli Stati Uniti di agire più autorevolmente e di "ripristinare la reputazione della forza americana." La decisione di inviare navi nelle acque contese dell'Oceano Pacifico e di schierare le truppe nei Paesi Baltici è una reazione a queste pressioni, ritiene Rachman.
Contemporaneamente, secondo l'editorialista, Washington non vuole ripetere gli insuccessi degli interventi in Iraq e Libia ed è consapevole dei rischi di un confronto militare con la Russia e la Cina.
Cliccando sul bottone "Pubblica", conferisce il proprio pieno consenso all'utilizzo dei dati del proprio account Facebook perchè le venga data la possibilità di commentare le notizie sul nostro sito mediante l'utilizzo di questo account. Può consultare nel dettaglio le modalità di utilizzo dei dati nella sezione Informativa sull’utilizzo dei dati personali.
Può ritirare il proprio consenso cancellando tutti i commenti che ha scritto.
Tutti i commenti
Mostra nuovi commenti (0)
In risposta (Mostra commentoNascondi commento)