A pochi giorni dal voto che interesserà sette regioni italiane, è la Corte di Cassazione a mettere sul tappeto della campagna elettorale un altro elemento potenzialmente esplosivo. L'orientamento dei giudici sulla legge Severino, con particolare riguardo alla competenza del giudice che può disporre la sospensione dall'incarico per quel politico che fosse coinvolto in procedimenti giudiziari, sembra chiaro: spetterà il giudice ordinario, e non quello amministrativo come successo finora, doversi pronunciare nei singoli casi. A sollevare il caso davanti alla Cassazione è stato un ricorso presentato del Movimento per la difesa del cittadino.
La sentenza degli ermellini, attesa per venerdì prossimo, è destinata a creare il caos nel dopo elezioni, con particolare riguardo al caso campano. Il candidato dem nella regione meridionale, Vincenzo De Luca, che ha già ricevuto una sospensiva dal TAR del Lazio a seguito delle misure interdittive scattate in forza della "Severino", nel caso uscisse vincitore dalla tornata elettorale dovrà sottoporsi ad un altro giudizio, stavolta dinnanzi al tribunale ordinario. La sentenza che ne seguirebbe, dagli esiti a questo punto tutt'altro che scontati, potrebbe costringere quello che sarebbe il nuovo governatore della Campania a 18 mesi di stop, come previsto dalla legge anti corruzione a firma dell'allora Guardasigilli Paola Severino nel 2012.
Sulla strada delle regionali 2015 italiane poi la polemica sui candidati "impresentabili", ossia quei politici inseriti nelle liste dei partiti che concorrono nelle 7 regioni al voto, che hanno già ricevuto condanne per reati contro la pubblica amministrazione, ma non solo. Attesa per oggi è slittata la pubblicazione, ritenuta dai commentatori italiani comunque tardiva vista la prossima scadenza elettorale, della lista di candidati redatta dalla commissione parlamentare Antimafia, presieduta dalla dem Rosy Bindi. Anche in questo caso si dovrà aspettare fino a venerdì, a due giorni dal voto regionale, per conoscere i nomi che la commissione ritiene "impresentabili". Ieri intanto, al termine di una seduta fiume, una fuga di notizie ha fatto scalpore in parlamento, con i primi 5 nomi fatti filtrare alla stampa nel tardo pomeriggio e su cui è già scattata la bagarre politica.
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