Leggete gli atti dell’inchiesta. Quelli pubblicati da tutti i quotidiani. Quella che ci raccontano momento dopo momento la raccapricciante mattanza di Willy il ragazzino italo—capoverdiano ucciso a pugni e calci per aver tentato con coraggio e generosità di sedare una rissa. Leggetela e ci troverete tutto quel che può far accapponare la pelle, crudeltà, cieco bullismo, inutile e becera violenza. Ma non ci troverete il minimo richiamo ad una seppur vaga ideologia o ad una militanza politica da parte del gruppeto di sciagurati responsabili della mattanza.
Quelle immagini, ben lungi dal rappresentare una presunta cultura fascista, richiamano invece scene e personaggi di Gomorra, la serie televisiva capace di trasformare in disgraziate icone i camorristi e le loro attività criminali. Questa pericolosa identificazione non è certa figlia della cultura a cui si rifanno Forza Italia, la Lega e Fratelli d’Italia. All’origine di tutto c’è piuttosto un Roberto Saviano, oracolo e profeta della sinistra “gauche caviar”. In cambio di contratti ben remunerati Saviano ha concesso non solo l’utilizzo del suo titolo più fortunato ad una serie televisiva, ma ha permesso che il messaggio di denuncia del suo primo libro venisse storpiato fino a diventare agiografia del mondo camorristico. Gomorra oltre ad essere una fiction è anche una sgradevole distopia in cui gli unici protagonisti sono i camorristi, dove il crimine diventa ardimento e dove l’unica legge percepita è quella dei clan.
Le foto postate sui social dai fratelli Bianchi e la loro attitudine criminale sono purtroppo la tragica traslitterazione del messaggio diffuso da Gomorra. I loro tatuaggi sono quelli incisi sulla pelle dei capi camorristi, la loro vita è un pendolo tra la violenza gratuita e un esibizionismo becero condito di un’estetica volgare e kitch. E a tutto ciò s’aggiunge la familiarità con la droga vero volano economico del mondo camorristico e protagonista indiscussa di Gomorra. Ma a questo punto il mondo della sinistra- dal Pd ai suoi cortigiani più o meno famosi - farebbe meglio a riflettere sulle proprie responsabilità anziché rifugiarsi nel consueto bunker dell’anti fascismo. Se quella sotto-cultura criminale è diventata modello di riferimento e di devianza allora una sinistra sempre pronta a venerare Saviano e ad accettare i disvalori trasmessi da Gomorra qualche domanda dovrebbe porsela. E con altrettanta franchezza dovrebbe interrogarsi chi, a sinistra, ha alimentato le campagne anti proibizioniste diffondendo l’idea che le droghe siano un’innocuo strumento ricreazionale non più pericoloso di un bicchiere di vino o di una sigaretta.
Grazie a questi disvalori gli assassini di Willy, anziché venir isolati e trattati alla stregua di reprobi, hanno potuto spacciare l’uso di sostanze stupefacenti, la violenza e l’arroganza come simboli di prestigio sociale. Fino a venirne travolti trasformandosi da semplici proseliti del comportamento criminale in autentici carnefici e assassini. E non è un caso, forse, che la loro vittima sia stata Willy. Il solo quella notte pronto ad esibire degli autentici valori. Il solo a non seguire un branco in fuga. Il solo pronto ad affrontare quelle bestie pur di difendere un amico.
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