Quando afferma che la nostra crisi sia causata dalla politica dei dazi di Trump o dal rallentamento dell’economia cinese, dice, evidentemente, delle stupidaggini. Non che questi due aspetti non abbiano alcuna influenza sulla crisi mondiale, tutt’altro, ma la crisi economica che tocca l’Italia ha ben altre radici od origini. Certamente anche Trump ed i cinesi non fanno che creare maggiori difficoltà alle nostre aziende, ma tutti sappiamo che l’economia italiana soffriva anche prima e la sua crescita è da almeno vent’anni inferiore a quella di tutti gli altri Paesi dell’OCSE.
Purtroppo, all’incapacità e ai danni lasciatici dai governi precedenti, il governo giallo-verde, sta aggiungendo danni ancora maggiori. Se non li pensassimo vittime di una crassa ignoranza dovremmo convincerci di essere di fronte a dei criminali con l’intenzione, per oscuri motivi, di distruggere quel che resta della società italiana.
Non serve imputare colpe al Ministro Tria che invece cerca in ogni modo possibile di ridurre i danni. Non è lui ad avere la maggioranza in Parlamento e, nonostante la fiducia del Capo dello Stato, tutti sappiamo che, se si ribellasse sempre agli ordini sconclusionati impostigli dai capi dei due maggiori partiti, sarebbe immediatamente sfiduciato. Siamo anche convinti che, per lui, andarsene sarebbe una liberazione, ma le pressioni di Mattarella, il suo senso del dovere e la prospettiva di ciò che accadrebbe in caso di crisi di governo lo obbligano a rimanere.
Reddito di cittadinanza, pensioni a quota 100, possibile flat tax estesa ai privati, provvedimenti demagogici di vario genere sono altrettanti voci di spesa che continuano a far aumentare il nostro debito pubblico. Qualche sconsiderato, soprattutto tra i 5 Stelle, sussurra che se questo esplodesse, ci basterebbe dichiarare fallimento e non pagare i nostri debiti. Qualcuno, più prudente o più accorto, con sguardo malandrino suggerisce che è l’Europa che non potrà permettersi di veder fallire la seconda economia dell’Unione e che, quindi, sarebbe obbligata a intervenire per salvarci.Entrambi dimenticano che ogni Stato ha bisogno, per finanziarsi, di collocare sui mercati interni e internazionali i propri Buoni del Tesoro ma che nessuno, nemmeno un filantropo, presterebbe più soldi a chi ha dimostrato di non rispettare i propri impegni di pagamento. Quanto all’Europa, ricordiamoci di cosa successe alla Grecia. Fu salvata, seppur in ritardo, ma perdette la sua sovranità e fu la Troika a dettare e gestire i suoi bilanci. Salvare l’Italia, oltre a essere enormemente più costoso e quindi niente affatto garantito, non sarebbe mai deciso dagli altri partner europei senza la pretesa di garantirsi il ritorno di quanto sarebbe erogato. E ciò significherebbe precisamente un controllo diretto su tutte le nostre finanze.
In altre parole, la nostra rinuncia alla sovranità. Anche l’ipotesi di autarchia lanciata da qualche sprovveduto è solo una sciocchezza di cui nemmeno vale la pena parlare.Qualcuno continua comunque a far finta di nulla e anche chi sa rimanda l’affrontare il problema a dopo le elezioni europee. Nel frattempo, via libera a dichiarazioni di ogni genere purché demagogiche e capaci, almeno in teoria, di suscitare consensi elettorali per quella scadenza.
Martedì 9 aprile il Ministero dell’economia dovrà presentare un’anticipazione di quello che sarà la futura legge di bilancio da vararsi in autunno. Il Governo ha due strade e cioè continuare a mentire o fotografare la situazione. Nel primo caso la menzogna dovrà essere rivestita con un abito il più possibile credibile (cosa quasi impossibile) perché, altrimenti, i mercati (nazionali e internazionali) che comprano nostri BOT pretenderanno interessi sempre più elevati e tali da togliere ogni speranza alla possibilità di ripagare il debito. Se invece decidesse per dire la verità, saremmo comunque di fronte ad una situazione molto grave. Di Maio, Salvini e lo stesso Conte continuano ad affermare che i provvedimenti presi daranno ben presto risultati miracolosi, ma nessuna persona di buon senso riesce a crederci perché non se ne vedono le condizioni. È chiaro che tutti speriamo che siano loro ad avere ragione ma perché si verifichi ciò che promettono sembra necessitare un miracolo.
Il vero problema sarà chi, ripeto chi, avrà il coraggio di prendersi la responsabilità di lanciare una nuova e ingente tassa patrimoniale o di aumentare l’IVA appesantendo così ancora la propensione al consumo e la redditività delle aziende. Occorre ricordare, per non nasconderci nulla, che tra quest’anno e il prossimo e, comunque vada l’economia occorrerà trovare 52 miliardi di euro per evitare di essere obbligati ad aumentare l’IVA. Senza una patrimoniale, come sarà possibile trovare quei soldi? Speriamo che nessuno ci venga a parlare di “lotta all’evasione” o “riduzione degli sprechi”. Sono voci che sono state invocate da tutti, sempre, e che non hanno mai risolto nulla perché nulla si è potuto, o voluto, fare in quella direzione.
La resa dei conti è sempre più vicina e il buco nelle finanze pubbliche sempre maggiore. Continuare, come fa l’attuale Governo, a mentire, a elargire sussidi infruttuosi togliendo le risorse alla classe media, a promettere investimenti in opere pubbliche che non saranno mai a bilancio perché inesistenti, ci sta portando soltanto verso l’autodistruzione.Purtroppo, anche le opposizioni non ispirano alcuna fiducia e non è detto che quando questo governo cadrà ci siano altre persone che sappiano rimetterci sulla giusta carreggiata. Senza considerare che con più dura l’attuale manfrina, più aumenta il rischio che il danno diventi talmente ingente da non potervi più nemmeno porvi un qualunque rimedio.
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