L'evento è stato organizzato da Vision & Global Trends in collaborazione con Pino Cabras, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati.
Sputnik Italia ha raccolto le voci dei presenti, in un mosaico di opinioni che concordano su un punto: i rapporti, non solo economici, tra Italia e Iran vantano una lunga tradizione e piegarsi al diktat americano di nuove sanzioni potrebbe portare alla ripetizione dello scenario visto con le sanzioni alla Russia.
Tiberio Graziani — Perché le sanzioni danneggiano più gli altri che l'Iran

In primis abbiamo raccolto l'esigenza di molti autorevoli esponenti del mondo economico, politico, della sicurezza e della ricerca scientifica di fare il punto sulla Repubblica islamica dell'Iran, in seguito alla nuova ondata di sanzioni volute dall'amministrazione Trump. In Italia c'è una forte preoccupazione, non solo tra gli operatori economici, riguardo ai rapporti di medio e lungo periodo con l'Iran. Ciò, nonostante le "rassicuranti" affermazioni del Segretario di Stato statunitense Mike Pompeo, secondo le quali l'Italia è uno di quei paesi che, pur continuando ad avere relazioni economico-commerciali con la Repubblica islamica, non ne subirà effetti negativi in quanto "Paese esentato".
Tuttavia occorre considerare che, per implementare i già considerevoli rapporti economici, commerciali e politici e, soprattutto, per attivare una cooperazione di lungo periodo, non è possibile per Roma subire un ricatto da parte dell'alleato d'oltreoceano. L'Italia, insieme alla Germania, intrattiene rapporti economici con la Repubblica islamica dell'Iran molto importanti е che portano un beneficio all'intera economia dell' Unione Europea. Il secondo motivo per cui siamo qui concerne gli effetti delle sanzioni sulle relazioni internazionali.
Le sanzioni contribuiscono, indubbiamente, alla tessitura ed al consolidamento — da parte di Teheran — di una rete di relazioni internazionali con antichi e recenti partner. Questa rete, se dovesse perdurare l'atteggiamento ostile dell'Amministrazione Trump nei confronti di Teheran, potrebbe determinare un nuovo scenario geopolitico, con notevoli ripercussioni sull'attuale e traballante ordine mondiale. A questo riguardo ricordiamo l'intensificazione dei rapporti tra Iran, Russia, e Cina e l'interesse congiunto e strategico di Mosca e Teheran per le nuove tecnologie, l'adozione di criptovaluta e l'istituzione di aree di libero scambio nell'ambito della Unione economica eurasiatica.La terza ragione è squisitamente accademica, analitica. Comprendere gli elementi e i meccanismi con i quali una nazione come l'Iran sia riuscita e riesca a far fronte, da ormai circa 40 anni, al tentativo di isolamento cui il sistema occidentale sembra averla condannata".
Durante la conferenza sono intervenuti politici, diplomatici, studiosi e giornalisti che hanno cercato di trovare le risposte alle seguenti domande: Come l'Europa stia affrontando questa dolorosa questione, tenendo presente che la maggior parte dei paesi non condivide le misure ristrettive introdotte da Trump? Quali conseguenze avrà il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo congiunto sull'Iran sull'Occidente? Come sta affondando questo problema La Repubblica islamica dell'Iran?
La posizione ufficiale del governo italiano
L'onorevole Pino Cabras, promotore dell'incontro, ha espresso la posizione ufficiale del governo giallo-verde:
"Oggi le sanzioni vengono usate in modo ancora più unilaterale di prima, gli Stati Uniti ne stanno facendo largo uso, isolandosi loro da una parte di comunità internazionale. Perché questa decisione non si limita a condizionare soltanto l'interno degli Stati Uniti ma vuole influire direttamente gli affari degli altri Paesi. E questo si presenta materialmente come un problema, soprattutto per chi ha un interscambio notevole con la Repubblica islamica dell'Iran. Come Movimento 5 Stelle siamo firmatari di un contratto di governo che parla delle relazioni internazionali in cui deve essere precipuo l'interesse nazionale dell'Italia e in cui si deve dare una grande importanza ai rapporti multilaterali. Il caso dell'Iran è un caso in cui bisogna ricuperare il senso vero di questo accordo per ragionare quale sarà il nostro rapporto con l'Iran".
Al convegno si è discusso anche delle importanti relazioni economiche-commerciali tra l'Italia e l'Iran. I relatori hanno ricordato che nel 2017, l'interscambio italo-iraniano ha superato i 5 miliardi di euro. Nel corso del 2017 e nei primi mesi del 2018 sono stati firmati diversi contratti tra l'Italia e la Repubblica islamica. In particolare contratti di finanziamento per progetti e partnership in settori di reciproco interesse che riguardano, tra gli altri, i comparti delle costruzioni e dell'energia.
Se andate via voi, arrivano i cinesi
Cosa succederà ora? Le imprese italiane rischiano davvero di perdere questa fetta del mercato, come è già sta accadendo con la Russia? Il rischio c'è ed il primo a sostenerlo è Mahmoud Radboui, Consigliere per gli Affari economici dell'Ambasciata dell'Iran in Italia:
"Siamo stati sotto le sanzioni per 40 anni e sappiamo come gestire questa situazione. Nonostante questo siamo riusciti a salvare il nostro paese e arrivare all'accordo internazionale dal quale adesso sono usciti gli Stati Uniti. L' Iran è un paese che vuole la tecnologia italiana però, se voi vi ritirate dal mercato, credetemi, al posto vostro verranno subito i cinesi. Quindi, adesso tocca a voi decidere".
Come in passato, l'Italia non lasci solo l'Iran

"La cosa fondamentale è che noi non vogliamo interrompere i nostri rapporti che sono stati sempre molto solidi. L'italiani non ha mai chiuso l'ambasciata in Iran, ha sempre continuato ad avere rapporti economici-commerciali, ed è stata tra i primi a tornare negli anni ‘90. Anche se dovessimo in qualche modo rallentare o addirittura interrompere (non per nostra volontà) certi rapporti economici, i rapporti culturali e scientifici devono comunque restare. Dobbiamo sempre dare un segnale che l'Iran non viene lasciato da solo dall'Italia", — ha concluso Neri.
L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.
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