I missili non sono una grande novità. I civili di Aleppo ci hanno fatto il callo. Sanno che di tanto in tanto i ribelli, nonostante le trattative per arrivare ad una loro evacuazione pacifica da quei territori, non resistono alla tentazione di punire una città colpevole di aver resistito per anni all' assedio jihadista.
Nessuno però si aspettava un attacco chimico in piena regola. Un attacco messo a segno colpendo Aleppo con delle testate al cloro. Quell'attacco, stando a fonti d'informazioni siriane, ha causato l'intossicazione di almeno 41 persone mentre i contaminati sarebbero oltre un centinaio. Secondo la testimonianza di un medico dell'ospedale di Aleppo trasmessa dalla televisione di stato almeno due persone restano in conduzioni critiche mentre quasi tutto gli altri soffrono di difficoltà respiratorie e ridotte capacità visive. L'attacco viene segnalato anche da Rami Abdurrahman, il titolare di quel discusso "Osservatorio Siriano per i Diritti Umani" basato in Gran Bretagna considerato, sin dal 2011, il portavoce delle fazioni ribelli. Stavolta neppure l'assai poco imparziale "Osservatorio Siriano" se la sente di negare l'attacco ad una città dove da due anni non c'è più la guerra. Una città dove, invece di combattere, si cerca di ricostruire. Proprio per questo l'utilizzo delle testate al cloro è sicuramente più proditorio e più vigliacco. Eppure nessuno sembra volersi sbilanciare. Certo stavolta è un po' difficile ripetere le litanie del passato quando ogni responsabilità veniva fatta cadere sul governo di Bashar Assad e sui suoi alleati russi. Stavolta anche il più scatenato sostenitore della causa ribelle ha qualche difficoltà nell'accusare il "dittatore" di aver colpito con le armi chimiche quei cittadini di Aleppo che non solo si sono opposti per anni all'assedio dei ribelli, ma stanno salutando il ritorno di migliaia di profughi rientrati nelle zone controllate dal governo. Ed ancor più difficile è ribaltare la verità sostenendo, come fecero alla vigilia dei bombardamenti dello scorso aprile Emmanuel Macron e Theresa May, di aver in mano le prove certe della colpevolezza del regime.Stavolta l'unica cosa sicura e certa è che nessuno verrà né accusato, né punito. Perché se s'incominciasse ad indagare anche le certezze del passato incomincerebbero a traballare. E l'intero castello di carte costruito sugli attacchi chimici attribuiti al governo siriano e ai suoi alleati rischierebbe di crollare.
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