A Mosca si è svolta l'assemblea generale di Confindustria Russia che ha visto la partecipazione del ministro dell'Interno e vice primo ministro Matteo Salvini, il quale ha ribadito ancora una volta con determinazione e chiarezza la sua posizione a favore dell'abolizione delle sanzioni, e la volontà di costruire delle relazioni bilaterali ancora più strette.
La visita di Matteo Salvini fa da trait-d'union tra l'incontro del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi di lunedì scorso con il suo omologo Sergey Lavrov, e l'imminente visita del premier Giuseppe Conte del 24 ottobre.La visita è abbastanza inusuale in quanto il Ministro dell'interno italiano non ha incontrato il suo omologo russo Vladimir Kolokoltsev, ma si è recato a Mosca specificatamente per parlare con gli imprenditori italiani in Russia, i quali rappresentano quasi 500 aziende operanti sul mercato russo.
John Motta, vice presidente di Confindustria Russia, ha parlato a Sputnik Italia del ruolo dell'associazione nella promozione delle attività di aziende italiane in Russia, delle strategie che queste ultime dovrebbero adottare in un contesto sanzionatorio russo e del ruolo dell'Italia e del governo italiano nella possibile abolizione delle sanzioni.
— Salve vice presidente, ci potrebbe parlare di Confindustria Russia?
— Le sanzioni hanno avuto sicuramente una forte influenza negativa sui rapporti economici tra Italia e Russia. A suo avviso quali sarebbero i giusti passi da intraprendere per migliorare le relazioni economiche e il livello di interscambio tra Russia e Italia?
— Riteniamo che il modello di business, e soprattutto il modello di export come era stato inteso in passato, dovrebbe essere completamente rivisto in virtù dei dati della bilancia commerciale che vedono una perdita netta di diversi miliardi negli ultimi 4 anni. Gli strumenti giusti da adoperare sono certamente quelli che vanno in direzione di una strutturazione di succursali italiane sul territorio russo. Non sto parlando di delocalizzazione, cosa che di solito in Italia spaventa non solo i sindacati ma anche i lavoratori. Servono più strumenti di supporto per le medie e piccole imprese che hanno intenzione di strutturare delle attività sul territorio russo.
— Per quanto riguarda gli strumenti di supporto, questi andrebbero forniti sia dalla parte russa che da quella italiana?
— È noto che questo governo e, più precisamente, il ministro Salvini, sono a favore dell'abolizione delle sanzioni. Pensa che l'Italia nell'ambito dell'UE possa giocare un ruolo chiave nella loro possibile abolizione?
— Dunque, chiunque dichiarerà al Consiglio europeo che si debba andare verso un superamento delle sanzioni, creerebbe senza dubbio un precedente per scardinare questo tipo di politiche, non solo l'Italia, ma serviranno anche altri paesi. L'importante è che si capisca che le sanzioni non hanno raggiunto l'obiettivo per cui sono state imposte. Questa è la cosa più importante. Vanno ripensate. Per noi manager sono solo un ostacolo, e allo stesso livello le contro sanzioni imposte dalla Russia. Penso che l'Italia possa giocare un ruolo importante, ma senza una maggioranza qualificata non potremo superare questa impasse.— Quindi cosa dovremmo aspettarci dall'imminente visita di Giuseppe Conte?
— Innanzitutto vediamo che è rinato un interesse per la Russia e ci fa molto piacere. Sicuramente si andrà nella direzione già intrapresa dal Ministro Salvini, ovvero cercare di trovare degli strumenti per ridare fiato alla bilancia commerciale che è drammaticamente in perdita netta. Credo che tutti i viaggi di tutti gli esponenti di governo vadano in questa direzione. L'Italia ha bisogno di lavorare, e la gente lo sa. Mi rendo conto che la geopolitica possa influenzare anche l'economia, ma in questo momento riteniamo che con i nostri partner russi vada riallacciato un rapporto più stretto che si muova in una direzione alternativa rispetto a quella mantenuta dal governo italiano negli ultimi cinque anni.
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