Basterebbero questi dati per constatare, in base alla più elementare regola della democrazia, chi sia più legittimato a rappresentare i propri cittadini alle elezioni europee della prossima primavera. Ma alla rancorosa sinistra italiana abituata a demonizzare i propri avversari quei dati non bastano. Per loro, ma anche per gran parte dei media italiani, l'Orban, alleato nel Parlamento Europeo di Angela Merkel, resta un personaggio politico impresentabile, illiberale e anti democratico.
Quanto a Salvini basta ricordare i tanti — fra quelli ritrovatisi a Milano per contestare il suo incontro con il premier ungherese — pronti ad augurargli di finire impiccato a Piazzale Loreto seguendo il destino di un Benito Mussolini a cui viene impropriamente, ma sempre più spesso, paragonato.
Un rigurgito di odio e istigazione alla violenza che nessuno degli opinionisti politicamente corretti, sempre assai solleciti nel rinfacciare al leader leghista i toni troppo accesi, si sogna di condannare. Al di là di questi dettagli tutta la retorica con cui sinistra, grandi media e teorici del "politicamente corretto" cercano di convincere gli italiani a emarginare il duo Salvini/ Orban e riavvicinarsi all'Europa si basa sull'ipotetica ripartizione di migranti rifiutata dall'Ungheria e dagli altri paesi di Visegrad.
In base a questa tesi l'unico alleato a cui l'Italia dovrebbe guardare per sperare di ottenere la tanto auspicata ripartizione dei migranti sarebbe l'Europa guidata dalla Germania di Angela Merkel e dalla Francia di Macron. Una tesi non solo infondata, ma anche radicalmente sbagliata. Ma partiamo dalla sua evidente infondatezza. Il Macron paladino dell'Europa e nemico dei nazionalisti, "dall inizio del 2017 ad oggi ha respinto — ricorda Salvini citando dati del Viminale — più di 48mila immigrati alle frontiere con l'Italia, comprese donne e bambini".
Inoltre la Francia, come ricordato dal Ministro degli Interni nell'informativa al Senato di metà giugno, ha accolto solo 340 dei 9.816 richiedenti asilo che Roma doveva girare a Parigi in base agli accordi di redistribuzione definiti nel settembre 2015 dalla Commissione Europea. Il tutto senza dimenticare come la Francia sia stata l'artefice di quella guerra a Gheddafi che ha gettato la Libia nel caos trasformandola nel regno dei trafficanti di uomini. Sull'argomento redistribuzione e aiuti all'Italia neppure la Germania di Angela Merkel ha referenze migliori.
E' stata la Merkel, aprendo i confini nel 2015 ai migranti provenienti dalla Turchia, a giustificare la deleteria ideologia dell'accoglienza senza limiti e senza regole. Ma non solo.
Rapidissima, non appena ha compreso il proprio madornale errore, a convincere l'Europa, Italia compresa, a versare 6 miliardi alla Turchia per chiudere la rotta balcanica la Cancelliera tedesca ha invece permesso, per sua stessa ammissione, che l'Italia venisse "lasciata sola" ad affrontare la crisi dei migranti provenienti dalla Libia. Un buona mano gli è arrivata, però, da quel governo Pd che sottoscrisse con Matteo Renzi il vergognoso accordo con Bruxelles in base al quale tutti i migranti provenienti dalla Libia sarebbero stati sbarcati nei porti italiani.
E le cose, anche dopo i "mea culpa" della Merkel, non sono certo cambiate. Per capirlo è sufficiente la scandalosa indifferenza con cui Bruxelles ha abbandonato a se stessa l'Italia nel caso Diciotti rifiutando la suddivisione di appena 177 migranti. Per non parlare dei tentativi di Berlino di riconsegnarci i migranti presenti sul suo territorio, ma sbarcati originariamente in Italia. Ma la ricetta della ripartizione dei migranti, oltre a non essere mai stata realizzata dai nostri presunti "amici" europei tanto cari al Pd e al resto della sinistra, è anche assolutamente sbagliata. Per capirci è come se invece di riparare un tubo che ha allagato un bagno ci limitassimo ad aprire le porte di casa facendo defluire l'acqua nelle altre stanze. Nel bagno il livello dell'acqua sicuramente diminuirebbe, ma l'unico risultato pratico sarebbe l'allagamento del resto della casa. Ugualmente il problema migranti non va risolto aprendo le porte, ma tappando la falla.Su questo approccio si basa l'eventuale alleanza di Salvini non solo con Orban e i paesi di Visegrad, ma anche con l'Austria del cancelliere austriaco Sebastian Kurz e lo schieramento tedesco vicino al ministro dell'interno Horst Seehofer. La cosiddetta "rivoluzione copernicana", di cui ha spesso ha parlato l'austriaco Kurz, punta a combattere i trafficanti di uomini sulle coste dell'Africa sottraendo i migranti al loro controllo e trasferendoli in centri di accoglienza dove ne sia garantita l' incolumità accertando, al tempo stesso, chi ha diritto all'asilo in Europa e chi deve invece venir rispedito al proprio paese. Solo con questo approccio, condiviso anche da Orban dai paesi di Visegrad, argineremo il traffico di esseri umani e salveremo le vite dei disgraziati mandati a morire in mare. La redistribuzione e le altre proposte, come dimostrano gli insuccessi inanellati dai governi del Partito Democratico schierati con l'Europa di Macron e Merkel, sono solo favole e retorica.
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