Dopo una recente ondata di violenze nel sud della Siria, si stima che fino a 180.000 persone siano scappate. Secondo l'Unicef circa la metà sono bambini. Stando alle ultime notizie, molti di questi bambini e le loro famiglie continuano a non ricevere assistenza umanitaria salva vita di base.
Per maggior approfondimento Sputnik Italia ha raggiunto Marco Gombacci, giornalista, fondatore de "The European Post" che ha recentemente rientrato dalla Siria.
— Marco, Lei ha visitato come giornalista la citta siriana Deir Ezzor — un villaggio dove è in corso la battaglia finale contro l'ISIS. Potrebbe raccontare brevemente quello che ha visto con i propri occhi, soprattutto nella luce della nuova strage dei jihadisti che ha causato funerali di massa?
— Pochi giorni fa l'Unicef ha pubblicato un appello, spiegando che tantissimi minori in fuga dalle zone di guerra si trovano senza alcuna assistenza sanitaria e sottolineando l'impossibilità da parte di associazioni internazionali e Ong di portare loro aiuto, distribuendo viveri e prestando anche un'assistenza medica minima. Perché, a Suo avviso, la tragedia che si sta ancora consumando in Siria trova ultimamente poco spazio nelle scalette dei telegiornali e sulle prime pagine dei quotidiani?
— Quello che sta succedendo ai bambini in Siria è struggente. Un bambino di sette anni siriano non ha mai conosciuto un periodo di pace. Quando entrai a Raqqa nel settembre 2017 era in corso ancora l'offensiva per conquistare la capitale del Califfato poichè parte della città era ancora in mano allo Stato islamico. Vedendo dei bambini giocare tra le macerie, mi dissero che già a quattro anni riconoscevano il suono degli aeroplani e se erano bombardieri o aerei da ricognizione sapendo così se nascondersi o meno. Hanno vissuto per anni sotto il regno del terrore del Califfato vedendo torture ed esecuzioni pubbliche quasi ogni giorno. Nonostante vi sia qualche media che ne parli, il circo mediatico globale sembra ignorare la tragedia. Il dramma è che dopo molti anni di guerra, i media occidentali sembrano assuefatti da tali tragedie e ciò è di una pericolosità inaudita: parlare delle vacanze dei calciatori invece della tragedia dei minori e bambini siriani è di una tristezza infinita.— Il governo siriano ha condannato l'evacuazione di centinaia di soccorritori del Caschi bianchi siriani e delle loro famiglie con l'aiuto di soldati israeliani. Secondo un funzionario del ministero degli Esteri siriano ha sottolineato l'evacuazione dei caschi bianchi rappresenta "un rischio per la stabilità e la sicurezza a causa della sua natura terroristica". Condivide questa posizione?
— Secondo della piattaforma online "Occhidellaguerra", nonostante il fatto che Bashar al Assad ha vinto la guerra in Siria sul campo, il vero vincitore della guerra in Siria è però la Russia. "Il conflitto siriano ha sancito il ritorno di Mosca in Medio Oriente. Putin mantiene un porto fondamentale nel Mediterraneo e rafforza l'alleanza con Assad. Ma non solo: si trova al centro di importanti dispute internazionali ponendosi come arbitro", scrive il portale. E Lei cosa ne pensa?
— Obama disse che la "Russia era una potenza regionale". Obama e l'allora Segretario di Stato Clinton, non potevano fare un errore più grande di valutazione geopolitica. Con l'intervento russo (e iraniano) in supporto a Bashar Al-Assad, la Russia ha fatto vedere al mondo intero che è capace di difendere i suoi interessi all'estero e si è riposizionata in maniera predominante nello scacchiere internazionale. Con l'asse Europa-Stati Uniti in panne, la Russia ora gioca da protagonista in politica estera.
— Siria è stata nel centro di attenzione durante la faccia a faccia tra Donald Trump e Vladimir Putin. Trump alla conferenza stampa in Finlandia ha detto chiaramente che "una collaborazione tra gli Usa e la Russia può salvare centinaia di migliaia di vite in Siria". Mentre Putin ha sottolineato che "la Russia e gli Stati Uniti, senza dubbio, possono prendere su di sé la leadership della questione e organizzare la cooperazione per il superamento della crisi umanitaria, aiutando il ritorno dei profughi alle loro case". A Suo avviso, dopo questo bilaterale c'è qualche segnale di speranza per normalizzazione della situazione in Siria?
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