Questa è la ragione che ha spinto Ennio Bordato, da sempre in prima linea con la sua Associazione "Aiutateci a salvare i Bambini" (www.aasib.org), che tanto ha a cuore la sorte dei bambini che soffrano a causa della guerra civile all'Est di Ucraina, d'inviare una "lettera aperta" al presidente del Consiglio Giuseppe Conte con l'auspicio che l'Italia cessi di essere inerte verso la catastrofe umanitaria del Donbass.

— In Italia il nuovo governo insediatosi da pochi giorni ha suscitato e sta suscitando molte speranze. Ho perfino deciso d'inviare una "lettera aperta" al presidente Conte non solo per richiamare l'attenzione del Governo italiano su una pagina delle più nere della storia contemporanea europea, ma anche con lo scopo di riportare sotto i riflettori della stampa nazionale l'urgenza, "la massima urgenza", d'intervenire in aiuto alle popolazioni del Donbass che, come ultimamente affermato anche dall'ONU, sono sul ciglio di una vera e propria catastrofe umanitaria.
Dall'inizio della guerra l'Italia non solo ha evitato di assumere un ruolo di promotrice del dialogo, ma alcuni suoi rappresentanti politici ed istituzionali, anche a livello europeo, hanno sostenuto la parte ucraina più avversa alla pace, che esprime posizioni politiche estremistiche ed ostili verso la popolazione delle aree del sud-est del paese.
— Quale potrebbe essere il ruolo dell'Italia in questo frangente?
— In questo contesto, sempre più drammatico, serve assumere un concreto ruolo politico che faccia cessare, per prima cosa, i bombardamenti sui civili e sappia riportare il dialogo al centro delle relazioni fra Kiev ed i rappresentanti delle autoproclamate Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk.

— Quali secondo Lei i possibili sviluppi della situazione nel Donbass?
— Rispondo ovviamente per quanto attiene la nostra esperienza sul campo. Operiamo in Donbass dal 2014; dall'inizio del conflitto siamo riusciti ad aiutare centinaia di bambini, di casi anche drammatici: bambini mutilati, gravemente feriti, mamme sole e disperate, scuole ed istituti, orfanotrofi, ospedali pediatrici ed un intero villaggio — Glubokoe a Gorlovka. Oggi possiamo affermare, purtroppo, che la situazione non solo sta peggiorando, ma sta arrivando ad un punto di non ritorno. Molte famiglie, quelle perlomeno che vivono nei villaggi e dove il padre, o è in guerra, o è stato ucciso, vivono veramente alla fame. Non c'è giorno che i nostri riferimenti in loco non ci chiedano d'inviare piccole somme (100, 150 euro) sufficienti per scongiurare a molte mamme con bambini di morire letteralmente di fame. L'aiuto, straordinario, della Russia, che ricordo in 4 anni ha inviato oltre 80 convogli di aiuti umanitari, non può arrivare dappertutto. Molto spesso non riesce a raggiungere zone isolate, dove comunque vivono persone a cui manca letteralmente tutto.
— Ennio, oltre alla lettera aperta al presidente del Consiglio avete delle iniziative in corso nel Donbass?
— La nostra Associazione ha avviato nei giorni scorsi una campagna sui social di raccolta straordinaria di donazioni per poter dare una risposta alle decine, se non centinaia, di grida di aiuto che arrivano dal Donbass. L'Italia, la "bella Italia", sinora ci ha sostenuto ed aiutato. Ringraziamo tutti della concreta solidarietà dataci. Serve un altro sforzo, forse questa volta, ancor più importante del solito. Non lasciamo soli i bambini del Donbass Aiutateci ad aiutarli!
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