Il vero Zarathustra si suppone sia vissuto in un periodo compreso tra i 4000 e i 6000 anni prima di Cristo e il suo credo ancora oggi vanta seguaci in Iran, in Azerbaigian, in Tagikistan, in India e, recentemente, anche nel Kurdistan iracheno. Da questa ultima area era praticamente scomparsa a favore dell'Islam sunnita, ma negli ultimi anni sembra rinascervi.
Ciò che diviene ora particolarmente interessante è che nel Kurdistan iracheno qualcuno sta riscoprendo questa fede in funzione nazionalista. Poiché' furono gli arabi ad imporre l'Islam, "ritornare" alla fede originaria è un modo, tra gli altri, per recuperare un'identità perduta. È così che a Suleimaniya, nel Kurdistan orientale, sono rinate due comunità che professano ufficialmente la religione zoroastriana.
I seguaci non sembrano ancora essere molti (se ne stima poco più di un migliaio), ma il tema è considerato di reale importanza anche per l'autorità politica, tanto che il progetto di Costituzione presentato al parlamento del Kurdistan iracheno nel 2015 garantisce la totale libertà di professare la religione preferita e il diritto di abbandonare l'islam (in altri Paesi e secondo un'interpretazione del Corano l'abiura prevede perfino la pena di morte).
I curdi ritengono, a torto o ragione, di essere discendenti degli antichi Medi e, anche se alcune fonti attribuiscono la nascita di Zarathustra ad una regione che oggi fa parte all'Azerbaigian, affermano che il profeta era un curdo e che quella religione si fosse diffusa in tutte le regioni circostanti grazie a loro.
Affidarsi dunque oggi allo zoroastrismo diventa una forma di ribellione anti-araba ed il rifiuto dell'islam uno dei modi per dire no a Baghdad. Forse è proprio questo aspetto che in Kurdistan anche chi non vi aderisce, (salvo i gruppi integralisti islamici locali) guarda con simpatia a questa "rinascita". D'altronde, alcune sue pratiche sono considerate parte della tradizione e della vita quotidiana. Anche il sole giallo-rosso che sta al centro del tricolore curdo è un simbolo zoroastriano e richiama la luce (o il fuoco) considerato simbolo della vita e della vittoria del bene sul male. Tra i concetti che ebrei, cristiani e musulmani hanno mutuato da quella antica teologia a loro precedente ci sono quelli di Paradiso e Inferno, di lotta tra la luce e le tenebre (e cioè tra il bene e il male) e il pensiero che tra Inferno e Paradiso possa esistere una fase intermedia per i peccatori redimibili raffigurata nel purgatorio. Vi sono ancora altri punti sopravvissuti al dilagare della religione di Maometto. Ad esempio, sia tra i curdi che in Iran la festa annuale principale è il giorno precedente all'equinozio di primavera, data che viene normalmente festeggiata come un capodanno sotto il nome di Nawrooz.Di là dal significato nazionalista che il nuovo zoroastrismo può rappresentare nel Kurdistan iracheno, è bene ricordare come alcuni dei principi di questa religione siano molto piu' vicini alla cultura occidentale moderna che a quella islamica. Ad esempi, un valore proclamato da quella religione è la parità assoluta tra uomini e donne, una particolare attenzione per l'ambiente, la carità verso i più poveri e deboli, la condanna della crudeltà verso gli animali e il desiderio di pace tra gli esseri umani con la rinuncia a ogni sopraffazione. In particolare è questo ultimo aspetto che viene richiamato dalle comunità di Suleimaniya, proprio in ricordo e contrapposizione a loro essere stati per secoli oppressi dagli arabi.
Il Governo di Erbil non ostacola, né favorisce, la diffusione di questo culto e la maggioranza dei curdi continua a rimanere fedele alla fede musulmana sunnita. Tuttavia, una sua possibile maggiore diffusione nella Regione di certo non dovrebbe dispiacere ai tanti indipendentisti che non vedono l'ora di dire addio a Baghdad.
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