"La crisi in Ucraina ha posto in questione i principi sui quali si basa l'Osce. L'Italia continuerà a sostenere tutti gli sforzi dell'Ocse verso una risoluzione pacifica del conflitto ed esorta tutte le parti ad implementare pienamente gli accordi di Minsk. È inaccettabile che questa situazione rimanga così, nel cuore dell'Europa, e credo che ciascuno debba fare il proprio dovere fino in fondo per andare oltre e risolver[la]", — a dirlo è il Ministro degli Esteri, Angelino Alfano, nell'assumere per l'Italia la presidenza dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.
Riuscirà l'Italia a svolgere un ruolo pragmatico e politicamente importante nell'ambito dell'OSCE, puntando sulla risoluzione della guerra in Ucraina che continua a uccidere? Con questa domanda Sputnik-Italia si è rivolto a Franco Frattini, l'ex ministro degli Esteri, rappresentante speciale dell'OSCE per la Transnistria.

— Presidente Frattini, l'Italia ha assunto la presidenza dell'Osce il 1° gennaio 2018, indicando come priorità l'Ucraina. Secondo alcuni esperti autorevoli, l'Italia, alla presidenza di turno dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa nel 2018, potrebbe avere la più grande opportunità della sua recente storia diplomatica di giocare un ruolo chiave nell'evitare i rischi di una nuova escalation, un ruolo di facilitatore del dialogo tra Est e Ovest. Condivide questa visione?
—Certo. Noi abbiamo assunto questa presidenza nell'Osce indicando alcune priorità tra cui la soluzione di quella situazione che da alcuni decenni riguarda Transnistria e la difficile situazione che si è creata in Ucraina. Il Ministro degli esteri italiano Alfano ha già visitato sia Mosca, sia Kiev. L'Italia, oltre di essere un paese-fondatore dell'Unione europea e un paese mediterraneo, ha sempre esercitato questo ruolo di ponte tra Occidente e Oriente. Non è un segreto che tutti i governi dell'Italia degli ultimi anni hanno avuto una posizione molto aperta al dialogo strategico e alla cooperazione con la Russia pur mantenendo un'alta radice nell'Alleanza Atlantica. Per queste ragioni, credo che la presidenza italiana dell'Osce, possa avere successo.— Che tipo di strategia l'Italia vorrebbe realizzare in Ucraina orientale, dove, nonostante il silenzio mediatico in Occidente, il conflitto continua a provocare le vittime?
— L'Osce ha dispiegato in Ucraina la sua più grande missione speciale di monitoraggio (Smm). Potrebbe brevemente spiegare perché questa missione è considerata "speciale" e quale potrebbe essere il suo valore aggiunto per la risoluzione della crisi ucraina?
— Si tratta di una missione che anzitutto vuole preservare quello obiettivo fondamentale che è il cessate il fuoco, cioè eliminare, se è possibile del tutto le vittime negli incidenti proprio sull'area del confine, nelle provincie orientali dell'Ucraina. La seconda ragione è quella che questa missione dell'Osce vuole aiutare la ripresa di un traffico trafrontaliero. Perché in quelle zone di confine vivono molte persone che da una parte e dall'altra del confine rischiano di perdere il lavoro, se l'economia nelle zone di confine viene completamente distrutta. Quindi, in questa missione l'Osce ha il dovere e la responsabilità mantenere la stabilità e la sicurezza ma anche permettere la ripresa di tutte le attività quotidiane.— Nel mese di maggio ad Aquisgrana, in Germania occidentale, si potrebbe tenere un vertice dei leader di Germania, Francia e Ucraina, dedicata al posizionamento nelle forze di pace delle Nazioni Unite nel Donbass. Lo hanno riferito fonti nell'amministrazione presidenziale di Kiev al quotidiano russo "Kommersant". Di fatto, si tratterebbe di un incontro del Formato di Normandia con l'eccezione di uno dei suoi membri: il presidente della Russia. Come commenterebbe questa notizia?
— Io credo che sarebbe certamente un vertice del tutto inutile perché la questione ucraina, com'è stato detto tante volte, va affrontata attraverso gli accordi di Minsk che prevedono la partecipazione della Russia ai negoziati. Quindi, è chiaro che se la Russia non è seduta intorno al tavolo, si cambia la filosofia degli accordi di Minsk, che sono considerati dallo stesso l'Osce come il centro dei negoziati. Tutti possono fare i vertici che vogliono, però io credo che i leader non amino perdere tempo. Quindi, è bene dire con chiarezza che senza la Russia è del tutto inutile parlare della soluzione di questa crisi.
— Dopo la formazione del nuovo governo di coalizione, quale sarà il prossimo passo dell'Italia nell'ambito dell'Osce per quanto riguarda il conflitto in Ucraina?
— L'Italia si mira a rafforzare il lavoro dell'Osce per affrontare gli altri conflitti attraverso i formati esistenti: le Discussioni Internazionali di Ginevra nell'affrontare le conseguenze del conflitto del 2008 in Georgia, i colloqui 5+2 per una soluzione in Transnistria e gli sforzi dei tre co-presidenti per il conflitto in Nagorno-Karabakh. Quale, a Suo avviso, potrebbe essere il contributo della Russia alle trattative sulla regolarizzazione della Transnistria?
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