Ebbene sì, in un contesto di tensione sull'arena politica internazionale, fra Italia e Russia si rafforzano gli scambi commerciali, a dirlo sono i numeri: cresce del 19,3% l'export italiano rispetto all'anno precedente. Tali risultati si avvicinano sempre più al livello del periodo d'oro pre-sanzioni, quando le vendite del Made in Italy raggiunsero più di 10 miliardi di euro.
Le sanzioni europee non sono un ostacolo insormontabile, le imprese italiane recuperano fette di mercato perse negli ultimi anni. Come? La rivoluzione del modo di produrre porta il nome "Made with Italy", investire in loco infatti conviene, grazie anche alle importanti agevolazioni offerte dalle zone economiche speciali russe. Rapporti culturali e turistici, oltre che economici, sempre più stretti fra Italia e Russia, che si riconfermano partner strategici e privilegiati. Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista in merito Giulio Gargiullo, digital marketing manager, esperto di business fra Italia e Russia.
— Giulio Gargiullo, qual è l'importanza del mercato russo per gli imprenditori italiani nonostante le sanzioni?
— Bisogna dire che non c'è grande informazione riguardo alle sanzioni e alle contro-sanzioni, non tutti sanno, compreso gli imprenditori, che le sanzioni riguardano il comparto alimentare, la carne, il pesce, la frutta, le verdure e i latticini. È possibile esportare il vino, la pasta, il caffè. Ora c'è la campagna elettorale in corso, prima c'è stata molta speculazione sul fatto di togliere le sanzioni. È una cosa che si auspicano tutti ovviamente, ma non è una situazione che si può risolvere nel breve termine.
Al di là delle sanzioni, i rapporti fra Italia e Russia sono sempre molto positivi, il presidente Putin ha recentemente ricordato che l'Italia è un partner privilegiato della Russia, come la Russia lo è per l'Italia. Abbiamo due economie speculari: acquistiamo molto gas, petrolio, la Russia importa molti prodotti tipici del Made in Italy di alta qualità, riconosciuti in tutto il mondo.
— Il mercato russo quindi anche oggi offre tante possibilità agli imprenditori italiani?
— Parliamo di un mercato fondamentale, perché vi è stata un'inversione di tendenza nell'economia russa e quindi l'export italiano in Russia nel 2017 ha contato 8 miliardi di euro, un 19,3% in più rispetto all'anno precedente. Va considerato che l'export del "Made in Italy" prima delle sanzioni contava intorno ai 10 miliardi di euro, quindi siamo molto vicini a queste cifre.
Nonostante le sanzioni vi è l'opportunità di investire in Russia, parliamo del cosiddetto "Made with Italy". Com'è stato spiegato più volte dai funzionari russi, c'è la possibilità di creare sul territorio della Federazione Russa un prodotto con la conoscenza e l'esperienza italiane. Il simbolo di questa rinascita e questo nuovo modo di collaborare assieme nonostante le sanzioni è stata l'apertura di Eataly a Mosca. Tanti prodotti si possono direttamente esportare a Mosca, tanti altri prodotti sono fatti in loco con materie prime del posto, quello che fa la differenza è la conoscenza del prodotto. Si fanno già degli esperimenti sul Parmigiano, è ovvio che questo formaggio non sarà mai come quello fatto sul territorio, non sarà quindi un Parmigiano Reggiano. Chi ha conoscenza di come si produce il formaggio può comunque investire nella Federazione Russa portando il savoir faire italiano.— Inoltre in Russia esistono le "zone economiche speciali" che offrono condizioni fiscali vantaggiose. Produrre in loco quindi conviene, no?
— Fra i nostri due Paesi lo scambio è veramente profondo, non solo nelle relazioni commerciali, ma anche nella sfera della cultura e del turismo. A proposito, il turismo russo è fondamentale per l'Italia. Possiamo parlare quindi di rapporti proficui a 360 gradi?
— Senza dubbio in questo momento ci sono dei rapporti molto importanti anche per quanto riguarda le attività culturali. In Italia in questo momento si stanno svolgendo in giro per il Paese "le stagioni russe", una serie di eventi culturali che spaziano dal ballo alla letteratura.
Negli ultimi anni abbiamo visto la tendenza dei russi ad uscire fuori dalle città principali e a scoprire tante cittadine più piccole e meno conosciute. Un aspetto caratteristico del turismo russo è che loro tendono a ritornare in Italia. Credo che in questo senso sia stato importante l'anno del turismo Italia-Russia di qualche tempo fa. Il Consolato italiano aveva rilasciato visti con la durata di diversi anni.
— Per concludere, possiamo dire che in un periodo di sanzioni e di frizioni internazionali i rapporti economici e culturali fanno da ponte fra Italia e Russia nonostante tutto?
— È sicuramente un periodo complesso, ma non credo che ci siano né che ci saranno problemi fra l'Italia e la Russia. Anche all'ultimo incontro fra Gentiloni e Putin, ma anche durante il viaggio di Alfano si è ribadito che vi sono obiettivi comuni, come la lotta al terrorismo. Noi lavoriamo per gli stessi obiettivi, il quadro mi sembra molto positivo.
Dal punto di vista geopolitico i rapporti fra Italia e Russia non sono in discussione. È importante sottolineare inoltre che è aumentato l'export russo verso l'Italia. Tutto procede per il meglio, Putin l'ha recentemente ribadito: l'Italia per la Russia è un amico e un partner privilegiato.
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