Dall'Italia arriva un messaggio di solidarietà per i bambini che soffrono. Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista Ennio Bordato, Presidente di "Aiutateci a Salvare i bambini", associazione da anni impegnata in progetti di aiuto per bambini in difficoltà, che permette ai donatori italiani di contribuire con un gesto concreto di solidarietà.

— Ennio, tiriamo le somme del 2016, quali obiettivi ha raggiunto l'Associazione "Aiutateci a salvare i bambini"?
— Nel 2016 "Aiutateci a salvare i bambini" ha lavorato molto, i nostri obiettivi sono stati raggiunti al meglio. Siamo stati presenti a Mosca nella clinica RDKB, siamo nati 16 anni fa proprio per aiutare la clinica pediatrica di Mosca.
Siamo stati nel Donbass, dove abbiamo avuto diversi importanti interventi. Vorrei ricordare Anna Tuv, che fra qualche settimana verrà in Italia per poter ottenere la protesi del braccio sinistro. Abbiamo aiutato molti bambini individualmente con cure specialistiche, gruppi di bambini ammalati di diabete, abbiamo portato avanti il progetto "neonati in guerra", aiutando oltre 90 bambini.
Abbiamo mandato inoltre un gruppo di 20 bambini di Gorlovka, città martoriata dalla guerra nell'Est ucraino, sul Mar Nero quest'estate. Grazie ai donatori italiani abbiamo realizzato interventi importanti nel Donbass anche dal punto di vista del numero di bambini aiutati. Siamo nati come associazione comunque per operare nella Federazione russa, dove abbiamo terminato due importanti progetti nella regione di Archangelsk. Abbiamo terminato il progetto della donazione di un ecografo di ultima generazione, che sta aiutando tantissimo la popolazione per quanto riguarda le malattie dei neonati.
— A proposito di sofferenza, nel Donbass la guerra non è finita. È un conflitto dove muoiono anche civili e bambini, ma purtroppo è una guerra che non fa più notizia in Occidente. Non è paradossale questo silenzio visto che è una guerra civile in atto nel bel mezzo dell'Europa?
— Questa guerra non è mai stata una guerra che esiste. Dal primo giorno subito dopo il colpo di Stato di Kiev, tra l'altro molto aiutato dall'Europa e dagli Stati Uniti, non se n'è mai parlato, salvo qualche sporadico accenno. Questa è una delle guerre peggiori negli ultimi anni, anche perché è una guerra che non esiste. È difficile aiutare nel momento in cui la popolazione italiana è assolutamente all'oscuro di questi problemi. Non si riesce quindi a percepire la gravità e la pesantezza della situazione. Abbiamo due regioni, quella di Lugansk e di Donetsk, che vengono costantemente bombardate. Da lì oltre un milione di civili ha trovato salvezza in Russia. In quelle zone rimangono però dei civili che vivono in difficoltà estreme.
La Russia questa settimana ha già terminato il 60° convoglio umanitario e la nostra associazione è stata fra le prime ad intervenire attraverso il sostegno finanziario mirato alla cura di singoli bambini sia in loco sia a Mosca. È importante quello che cerchiamo di fare, perché questi progetti aiutano persone in gravissime situazioni di vita.
— Per poter aiutare le popolazioni in difficoltà bisognerebbe essere al corrente della situazione in queste zone di guerra. I media hanno in questo senso un ruolo fondamentale, no?
— I media italiani hanno l'ordine tassativo di non parlarne, quindi una guerra che non esiste sui giornali è una guerra che non esiste nella realtà. Da quando è iniziata questa guerra la definiamo la peggiore delle guerre, perché non appare nelle televisioni e sui giornali. Poter aiutare in questo contesto è ancora più difficile. Siccome i media non ne parlano, la gente non è al corrente e non si pone alcuna domanda.
— Aiutare le popolazioni del Donbass colpite dalla guerra è possibile attraverso la vostra Associazione per esempio. Come?
— Sul nostro sito http://www.aasib.org/ ci sono le pagine dei progetti, dei singoli bambini, dei territori della Russia e del Donbass dove operiamo. Ci sono i dati attraverso i quali aiutare, noi operiamo con la massina trasparenza, perché sia possibile spiegare ciò che facciamo e intercettare la volontà del popolo italiano di essere solidale soprattutto per le fasce deboli come i bambini e le donne. Tra l'altro nel 2017 apriremo un importante progetto: finanziare un sistema di monitoraggio di tutte le donne in stato interessante di Archangelsk, una regione due volte più grande dell'Italia che ha solamente un milione e seicento mila abitanti. Dal sistema di cui parlavo verranno intercettate in tutti i villaggi le donne incinte e attraverso le strutture della capitale Archangelsk verranno aiutate nel proseguire la loro gravidanza. Operiamo quindi non solo in teatri di guerra, ma anche in teatri civili portando innovazione, aiuto concreto, anche per quanto riguarda la neo-natalità.
— Quali i sono i tuoi auspici per il 2017?
— Io attraverso Sputnik rivolgo gli auguri di buone feste nella solidarietà con le popolazioni della Federazione russa, con il popolo russo e le popolazioni russofone che vivono negli Stati dell'Ex Unione sovietica. Buon 2017 nella solidarietà e nell'opera quotidiana in favore delle popolazioni che soffrono e in favore dei bambini.
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