"Roma Aeterna" è la mostra più grande mai prestata all'estero dai Musei Vaticani, organizzata in ben tre anni, che rappresenta ora un nuovo tassello nell'amicizia fra Italia e Russia. Fino al 19 febbraio alla storica Galleria Tretyakov di Mosca il pubblico russo avrà la possibilità di ammirare i capolavori della Pinacoteca con una luce tutta particolare creata ad hoc per l'evento.
Un evento, che non tutti i media italiani hanno seguito, ma che di certo riconferma il forte legame di amicizia fra la Russia e l'Italia. Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista sulla mostra "Roma Aeterna" Barbara Jatta, vice direttrice dei Musei Vaticani.
— Barbara Jatta, "Roma Aeterna" è veramente una mostra eccezionale e senza precedenti?
— Non c'è dubbio. Non è mai uscito un numero e una qualità di questo genere dai Musei Vaticani, in particolare dalla Pinacoteca, il settore dei dipinti mobili, uno dei grandi complessi dei Musei Vaticani.
— L'esposizione della Pinacoteca alla Galleria Tretyakov è qualcosa di più di una semplice mostra, possiamo definirla un evento storico per i rapporti fra il Vaticano e la Russia?
— Sì, ma io ridimensionerei il discorso politico, parlerei di rapporto e scambio culturale. Parlerei di amicizia, intesa culturale e spirituale fra i nostri due Paesi.
— Le file interminabili per visitare la mostra dei capolavori della Pinacoteca Vaticana, ma anche la mostra con i quadri di Raffaello al museo Pushkin dimostrano l'interesse dei russi per l'arte italiana. Che idea si è fatta di quest'amore?
— Mia nonna era russa, per cui mi trova molto in sintonia. Mia nonna era una pittrice russa, ha sposato uno storico dell'arte, un architetto romano. Io sono il frutto di quest'amore, di questa passione fra i due Paesi. Abbiamo portato con questa mostra la grande arte italiana, parliamo di capolavori da follia: Bellini, Crivelli, Gentile da Fabriano per la prima sala, poi i grandi capolavori di Caravaggio, Raffaello, Guercino, Poussin, pittore francese, ma noi abbiamo portato il Poussin romano.
Questi capolavori sono il sintomo della straordinaria passione che i russi hanno sempre avuto per l'Italia, verso l'arte italiana e verso la sensibilità degli italiani. C'è una sintonia fra i due popoli, fra l'anima russa e l'anima italiana che si vede sia nell'arte figurativa, ma anche nelle altre arti.

— Sì, non c'è dubbio, l'ho vissuto anche recentemente quando sono venuta a Mosca per l'inaugurazione. Effettivamente da subito sia con la direttrice Tregulova sia con il curatore Arkadij Ippolitov c'è stata grande sintonia nell'organizzazione e nello scambio di questa grande esposizione.
— C'è in programma l'idea di organizzare in futuro una mostra russa ai Musei Vaticani?
— Sì, c'è effettivamente l'idea di portare delle grandi opere della Galleria Tretyakov in Vaticano, è ancora tutto allo stato embrionale. L'idea c'è, vedremo più avanti con la direttrice come questo progetto di massima possa evolvere in un progetto concreto.

— Sarà un'ottima occasione per vedere quadri russi che pochi italiani avranno visto?
— Sì! Noi abbiamo una sezione di icone alla Pinacoteca Vaticana nella stanza 18. Ci sono opere provenienti dalle varie culture slave, alcune icone anche greche. Tutto ciò non ha niente a che vedere però con la grande tradizione iconografica russa come qualità e quantità di cui disponete voi.
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