Ebbene, quali sono gli effetti della Brexit e i possibili pericoli per l'Italia? Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito Giulio Sapelli, professore ordinario di storia economica all'Università statale di Milano.
— Professore Sapelli, qual è il rischio della Brexit per l'Italia?

— Il rischio dopo Brexit per l'Italia non è tanto economico, perché la percentuale di commercio con il Regno Unito dell'Italia è circa del 3-5%. Quindi da questo punto di vista l'Italia non subisce una grande battuta d'arresto.
Per l'Italia le conseguenze sono di tipo geopolitico, perché solitamente gli inglesi pur non essendo una potenza europea hanno esercitato in Europa in funzione di contrasto all'egemonia tedesca. Gli inglesi rinunciano di esercitare ora il loro peso in Europa, proprio loro che con la Francia sono l'unica potenza dotata dell'arma nucleare, per questo il peso della Germania ora sarà schiacciante. La Francia è uno Stato oramai in decadenza, l'Italia già adesso è destinata ad essere una sorta di staterello tedesco.
I tedeschi esercitano il loro potere sulle economie deboli, l'Italia è la prima di queste economie.
— Ritiene possibile un'Italexit, l'uscita dell'Italia dall'euro e l'Unione europea?
— L'Italia ha avuto vantaggi dall'eurozona soprattutto nel primo periodo, non ha un interesse economico dall'uscita dall'Europa, ha un interesse invece a rinegoziare i patti dell'Europa. In Italia c'è un forte partito filotedesco, rappresentato dal Corriere della Sera, dal nostro presidente della Repubblica, che è diviso fra fedeltà atlantica e fedeltà tedesca. Questo partito è disposto ad accettare queste condizioni. Uscire dall'Europa però sarebbe molto negativo. Il fiscal compact andrebbe rinegoziato invece, su questo non c'è dubbio.
— Tutti gli occhi sono puntati sugli effetti di Brexit. Secondo alcuni analisti è proprio l'Italia che potrebbe rappresentare "la rovina" dell'Europa. Lei che ne pensa?
— Sono stupidaggini. L'Italia ha una grande occasione diplomatica, quella di far sentire di più la propria voce. La Germania semmai è destinata a rovinare l'Europa e probabilmente in accordo con la Russia.
— Cioè?
— Mentre la NATO ammassa truppe in Polonia per accontentare il nazionalismo polacco, allo stesso tempo fortunatamente continuano i colloqui fra NATO e Russia. La spinta della Germania credo sia verso un'unificazione economica e probabilmente militare con la Russia. Questo ricorda un po'il Trattato di Versailles, quando ci fu l'alleanza fra Germania e Russia che durò e portò addirittura fino al patto di Molotov-Ribbentrop.
Con questa sua politica di austerità, la Germania sarà sempre più isolata. Sia la Germania sia la Russia si riveleranno per quello che sono, cioè delle potenze che storicamente devono integrarsi, perché fanno parte dell'Eurasia.
— Tornando all'Italia, se dovesse vincere il "no" al referendum costituzionale, il Paese non cadrà in un caos politico, come ritengono gli analisti che vedono nell'economia e nella politica italiana una minaccia per l'Europa?
— La politica dominata dalla finanza e i lavori di intelligence conta così poco oggi nel mondo… Se vincesse il "no", si farebbe un nuovo governo, gli americani, gli inglesi e i tedeschi troverebbero un punto di mediazione. Il Movimento 5 stelle è già lì, sostenuto dagli americani e gli israeliani per prendere il posto di Renzi.
— Ad ogni modo l'uscita dell'Italia dall'eurozona e dall'Unione europea sarebbe fattibile tecnicamente?
— Nessuno può uscire tecnicamente. Come ci insegnava Kelsen, una volta che la grundnorme, cioè la norma fondamentale, viene messa in discussione, ogni forma di diritto è possibile. Sono discussioni di lana caprina che lasciano il tempo che trovano. Credo ad ogni modo che l'Italia non abbia alcun interesse e volontà politica ad uscire dall'Europa. La Lega non vuole uscire dall'euro, né i grillini vogliono più uscire dall'euro. Queste sono speculazioni, chiacchiere da bar.
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