Massimiliano Romeo capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, a Milano, ha rilasciato un'intervista a Sputnik Italia sulle motivazioni che hanno portato i consiglieri leghisti a questa scelta coraggiosa.
— Il Consiglio regionale del Veneto ha votato contro le sanzioni alla Russia e per il riconoscimento della Crimea. Ora è il momento della Lombardia. L'iniziativa lombarda è una conseguenza del voto veneto o nasce in maniera autonoma?
— Noi siamo sempre stati assolutamente a favore del riconoscimento della Crimea all'interno della Federazione Russa. Come Consiglio regionale della Lombardia, già in passato abbiamo votato una mozione dove si chiedeva il ritiro delle sanzioni nei confronti della Russia da parte dell'Unione Europea e una soluzione alla questione del riconoscimento della Crimea. Adesso, però, anche su stimolo del Consiglio regionale veneto abbiamo presentato una mozione analoga che verrà discussa il 5 di luglio con la quale chiediamo, ovviamente, che vengano ritirate le sanzioni nei confronti della Russia e che venga riconosciuto il diritto e la volontà espressa dal parlamento della Crimea e del suo popolo, mediante il referendum, di far parte della Russia. Noi, come partito, siamo sempre stati per l'autodeterminazione dei popoli, quindi in questo contesto viene naturale pensarla in tal modo.
— Il governo nazionale in Italia segue una linea diversa. Seppur a livello regionale, qual è il significato politico di questa forte presa di posizione?
— Il governo nazionale, come il governo europeo, come i governi dell'Europa non sono mai stati dalla parte dei popoli. Noi, invece, abbiamo sempre voluto l'Europa dei popoli, un'Europa attenta ai bisogni dei cittadini e dei territori. Questo non significa essere antieuropei, ma contro questa Europa: quella dei banchieri, delle élite, della finanza.. che non fa gli interessi dei suoi cittadini, tantomeno quelli della Crimea.
Noi vogliamo insistere su questa direzione andando a riconoscere tutte le varie realtà presenti per costruire un'Europa "nuova". In questa Europa "nuova" la Russia non può altro che farne parte. Sarebbe assurdo, anzi da matti, lasciarla fuori. Purtroppo per questioni d'interesse economico e quant'altro.. l'Europa attuale sta facendo qualcosa di diverso.
— Ci saranno altre regioni che seguiranno l'esempio del Veneto e della Lombardia?
— Noi stiamo prendendo contatti con la Liguria governata anch'essa dal centro-destra, siamo convinti che anche la Liguria a breve si muoverà in questa direzione. Poi è chiaro: dove ci sono regioni governate dal centro-sinistra è molto difficile portare avanti questo cammino, del resto, insomma, sappiamo bene che i signori che governano nel centro-sinistra sono assolutamente contro la volontà dei popoli. Speriamo che le future elezioni regionali vadano in maniera diversa.
— Nell'Ucraina orientale i territori secessionisti hanno dato vita a due Repubbliche Popolari quella di Donetsk e quella di Lugansk, "de facto" ormai totalmente indipendenti da Kiev. Qual è il suo atteggiamento verso queste due nuove formazioni?
— Noi partiamo dal presupposto che siamo per l'autodeterminazione dei popoli. Se ci sono delle realtà che si vogliono autodeterminare e organizzare in maniera differente, se questa è la volontà del popolo! che sia fatta la volontà del popolo! Questa è la nostra posizione. Ci sono tante realtà analoghe, ormai i vecchi stati nazionali sono in crisi, quindi bisogna dare fiato a realtà e a popoli che possono anche essere associati tra loro in una federazione. Questo è sempre stato il nostro progetto politico e intendiamo proseguire su questa strada. Non abbiamo nessun problema a riconoscere tutti quei popoli che vogliano affermarsi all'interno di un contesto come questo.
— Sappiamo che il Partito Lega Nord con Matteo Salvini ha numerosi contatti con la leadership russa. Al di là dei legami politici, si può auspicare che si arrivi presto a dei legami di tipo economico a favore della nostra imprenditoria che tanto sta soffrendo a causa delle sanzioni contro la Russia?
— Si assolutamente, questo è uno dei punti fondamentali. Con le sanzioni alla Russia, a livello economico, abbiamo tante imprese che hanno chiuso, che stanno per chiudere, o che sono in grossissima difficoltà. In un momento di crisi generale come questo è assolutamente folle per interessi che stanno al di là delle nostre realtà, per gli interessi delle élite e delle grandi lobby finanziarie rischiare, veramente, di lasciar a casa così tanta gente, anche in aziende che hanno sempre lavorato bene e che esportavano molto verso la Russia.
Salvini si è mosso bene muovendo appunto le sue conoscenze, come anche alcuni dei nostri consiglieri regionali che, tentando di mettere in contatto imprenditori lombardi con imprenditori russi, in qualche maniera, cercano di superare gli ostacoli posti dall'Unione Europea. Non è semplice, si cerca di collaborare, di lavorare insieme, questo è un obiettivo concreto quotidiano. Alla fine però è l'Europa che si dovrebbe dare una mossa.
Speriamo che il referendum per la Brexit dia un segnale forte a questa Europa. Non è che la Brexit significhi che l'Europa sia finita, ma che debba svegliarsi, cambiare rispetto ai meccanismi che in questo momento la stanno regolando.
Del resto quando un Mario Monti, faccio questo esempio, che è stato presidente del consiglio in Italia, dice che Cameron "ha abusato della democrazia" concedendo il referendum agli inglesi, la dice lunga su chi governa e chi comanda questa Europa.
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