
— Che valutazione dà alla riforma costituzionale voluta da Renzi?
— Pessima. Il problema centrale è rappresentato dal combinato disposto fra la riforma costituzionale e la legge elettorale. L'insieme può diventare veramente una bomba ad orologeria per il benessere delle famiglie italiane, per l'ordinamento del nostro Paese e in ultima analisi per la democrazia stessa. Un partito che dovesse vincere le elezioni con il mero 20% dei consensi rischia di prendere in mano la Presidenza del Consiglio, della Camera, del Senato oltre che la Presidenza della Repubblica e di tutti gli organi di garanzia. Si comprende chiaramente che ci troveremmo di fronte a regime un vero e proprio. Non è un caso che questa riforma sia l'esatta fotocopia di quella scritta da Licio Gelli.
— Renzi più volte ha parlato di una possibile modifica dell'attuale sistema regionale volto a ridurre il numero delle Regioni esistenti attualmente. Che cosa ne pensa da ex ministro delle Riforme?
— Concordo pienamente nel modificare un sistema in cui vi sono Regioni con una popolazione inferiore a quelle di una provincia media. Il problema della riforma che immagina Renzi non sta però nell'accorpamento delle Regioni: d'altra parte una proposta del genere mi vedrebbe assolutamente d'accordo perché sarebbe in sintonia con il modello delle Macroregioni. Il problema vero è che la riforma Renzi scippa alle Regioni il potere legislativo e di autonomia economica e finanziaria. Si arriverà così a una ricentralizzazione che porterà alla macchina amministrativa più costi, ma con ancor meno efficienza. Micro e macro Regioni sono solo un sogno, perchè Renzi ha già distrutto del tutto il federalismo.
— Che differenza c'è tra la riforma costituzionale renziana e quella varata da Lei e dal Centrodestra?
— Sono l'una il contrario dell'altra. La nostra pose fine al grande limite di questo Paese, che è il bicameralismo paritario. Avevamo ridotto il numero dei deputati e dei senatori, tagliato loro lo stipendio, obbligandoli a lavorare e affidando più funzioni al territorio, con l'equivalente responsabilizzazione derivante dal federalismo fiscale. Loro hanno cancellato tutto: ci sarà ancora la Camera dei Deputati, il Senato, Renzi e un Presidente della Camera fantoccio scelto da lui e dalla sua minoranza: buongiorno e buonanotte alla democrazia. Un vero e proprio regime.
— Qual è il Suo giudizio sulla politica estera di Renzi? Che cosa pensa delle sanzioni occidentali alla Russia?
— Si tratta di un controsenso. Storicamente l'Italia ha dei rapporti molto stretti a livello commerciale con la Russia. Imporre queste sanzioni è una punizione prima di tutto per il nostro Paese: per gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani. Quello che lascia perplessi è anche come l'Occidente e l'Europa stiano punendo l'unico Stato che abbia assunto una posizione energica e decisa contro il terrorismo. Invece di dare un premio, si cerca di danneggiare il governo russo e ci si danneggia noi stessi: qualcosa di surreale. Se vivessimo in un mondo normale, oggi tutti prenderebbero esempio dalla Russia e da Putin.
— Che cosa può fare la Lega Nord per mettere fine all'ostilità occidentale verso la Russia?
— Ogni volta che si parla di politica estera, che lo si faccia o nel Parlamento italiano o in quello europeo, noi continuiamo a lottare per superare le sanzioni e anzi per costruire un'alleanza commerciale e politica con la Russia. Purtroppo riceviamo sempre dei no dal governo Renzi e dal Parlamento europeo. Personalmente credo che il Governo italiano in particolare dovrà fare i conti con la storia e rispondere in futuro a chi ha difeso l'Occidente e l'Europa sul perché si sia piegato e abbia aperto le porte all'Isis-Daesh.
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