Sarà Tripoli la meta della prima visita ufficiale all’estero del premier Mario Draghi. Non è un caso, visto che proprio dall’altra parte del Mediterraneo che si giocano alcune delle partite strategiche più importanti per il nostro Paese, dall’immigrazione alla sicurezza, passando per l’energia.
Anche Roma ora punta tutto sul nuovo governo di unità nazionale del premier Abdelhamid Dbeibah. Il nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è stato il primo diplomatico europeo ad incontrarlo nelle scorse settimane. Poi è tornato nella capitale libica tre giorni dopo. Stavolta con lui non c’era l’ad di Eni, Claudio Descalzi, ma i colleghi francese e tedesco, Jean Yves Le Drian e Heiko Maas.

A confermare il supporto dell’Europa al nuovo governo ieri è arrivato a Tripoli il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. “Intendiamo – ha detto citato dall’Associated Press - lavorare con il nuovo governo per sostenerlo e contribuire al processo interno di riconciliazione nazionale”.
“La ripresa economica, - ha proseguito Michel – le elezioni, la lotta all’immigrazione clandestina, sono le aree in cui l’Ue può essere d’aiuto”.
L’Europa dovrebbe scendere in campo anche per facilitare il processo di espulsione di 20mila mercenari e foreign fighter che avrebbero dovuto lasciare il Paese lo scorso gennaio.
A Bruxelles, come a Roma, quindi, si scommette sul nuovo esecutivo per stabilizzare la regione e risolvere, di conseguenza, le questioni all’ordine del giorno dell’agenda europea, dall’immigrazione clandestina al terrorismo.
Il premier Draghi, come sottolinea un’analisi di Inside Over, dovrà però cercare di recuperare terreno, visto che negli ultimi anni l’Italia divisa tra il sostegno ad al Sarraj e il dialogo con il rivale Khalifa Haftar, ricevuto dall’ex primo ministro Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, si è contraddistinta come un partner ambiguo.

Ora Roma vuole riguadagnarsi la fiducia del governo tripolino anche attraverso la cooperazione in ambito sanitario. Nel Paese, infatti, ci sono almeno mille casi di Covid al giorno secondo l’Oms.
In totale, secondo le autorità libiche, i casi sarebbero 160mila su una popolazione di 7 milioni, con 2.700 vittime e una sanità impreparata ad affrontare l’emergenza.
Per questo, come racconta Lorenzo Cremonesi sul Corriere, nelle scorse ore è partita dalle nostre coste una nave che trasporterà a Tripoli “10 tonnellate di materiale medico-sanitario”, comprese un milione di mascherine. Che la diplomazia oggi passi anche e soprattutto dagli aiuti contro il Covid lo dimostra anche la promessa dell’Ue di donare al governo libico 50mila vaccini.
أول الغيث قطرة... بحمد الله تمكنا من توريد أول دفعة من لقاح كورونا
— عبدالحميد الدبيبة Abdulhamid AlDabaiba (@Dabaibahamid) April 4, 2021
على أن تصل باقي الشحنات تواليا.
أدعو الشعب الليبي للتسجيل في منظومة التطعيم وتمنياتي بالسلامة للجميع. pic.twitter.com/lsWuCISoEn
La Russia, invece, ha giocato d’anticipo facendo arrivare nella giornata di ieri oltre 100mila dosi di Sputnik V. Lo ha annunciato su Twitter lo stesso premier Dbeibah.
“È la prima goccia di pioggia”, ha scritto annunciando l’arrivo di nuove spedizioni nelle prossime settimane ed invitando i cittadini a registrarsi per ricevere le prime dosi.
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