Il Ministro degli Esteri cinese ha annunciato sabato l'erogazione di sanzioni reciproche contro persone ed entità canadesi e statunitensi, con restrizioni contro la presidente della Commissione americana della libertà religiosa internazionale, Gayle Manchin, il vice-presidente dell'organizzazione Tony Perkins e altri.
Tra i sanzionati canadesi vi sono Michael Chong, legislatore della Camera dei Comuni del Partito Conservatore, e la Sottocommissione per i diritti umani internazionali della Commissione permanente per gli affari esteri e lo sviluppo internazionale della Camera dei Comuni.
Le sanzioni vietano alle persone indicate l'ingresso in Cina, inclusi Hong Kong e Macao, e vietano ai cittadini e alle istituzioni cinesi di condurre affari con loro o di effettuare con essi scambi di alcuna natura.
Il Ministro ha confermato che "le precedenti sanzioni cinesi agli individui statunitensi che hanno seriamente danneggiato la sovranità cinese e gli interessi su questioni legate allo Xinjiang rimangono in vigore", e ha esortato gli altri paesi a "comprendere chiaramente la situazione e rivalutare i propri errori", e di "smettere la manipolazione politica sulla questione dello Xinjiang" e l'interferenza negli affari interni cinesi.
"Altrimenti si bruceranno le dita", ha avvertito Pechino.
Entrambe le parti rimangono intransigenti sulla propria posizione. Il 17 marzo, il giorno dell'imposizione delle restrizioni europee, l'ambasciatore cinese a Bruxelles, Zhang Ming, ha esortato l'UE a "riflettere attentamente", e ha avvertito che "se insistete nell'avere un confronto, non ci tireremo indietro, in quanto non abbiamo alternativa se non adempiere alle nostre responsabilità nei confronti del popolo cinese".
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